Non è ancora chiaro il movente della sparatoria in Texas, nella Lakewood Church di Joel Osteen, pochi minuti prima dell’inizio di un sermone in lingua spagnola, ma gli investigatori hanno rivelato che la donna responsabile dell’attacco si chiama Genesse Ivonne Moreno e sul calcio del suo fucile c’era un adesivo con la scritta “Palestina“. Inoltre, la polizia ha trovato anche alcuni scritti antisemiti. Christopher Hassig, dell’unità omicidi del Dipartimento di Polizia di Houston, ha dichiarato che al momento della sparatoria la donna era nel mezzo di una lite familiare con l’ex marito e la sua famiglia, che sono ebrei. Lei è stata uccisa in uno scontro a fuoco con due agenti fuori servizio, mentre il figlio è stato colpito alla testa e versa in condizioni critiche. «Pensiamo che questo sia il motivo per cui ha sparato». Ma l’indagine è ancora nelle fasi iniziali, quindi nessuno si sbilancia.
«È troppo presto per determinare il movente delle azioni di chi ha sparato e non è nostra intenzione fare speculazioni», ha precisato Doug Williams, agente speciale dell’FBI responsabile dell’ufficio di Houston, come riportato dall’Independent. Genesse Moreno aveva una lunga fedina penale piena di arresti precedenti per aggressione, possesso di marijuana, falsificazione, furto, evasione e porto illegale di un’arma. Stando ai registri della storia criminale ottenuti da Fox26, è stata arrestata per la prima volta nel 2005 per un’accusa minore. Il suo ultimo arresto prima della sparatoria è avvenuto nel 2022, secondo i registri, per porto abusivo di arma e ha ricevuto due giorni di carcere. Quindi, ci si chiede come la donna abbia potuto acquistare legalmente un’arma da fuoco, soprattutto nel dicembre scorso, a causa di una storia di problemi di salute mentale.
L’EX SUOCERA CONFERMA LA PISTA ANTISEMITA
La polizia ha dichiarato che Genesse Ivonne Moreno era stata sottoposto a un ordine di detenzione d’emergenza da parte degli agenti nel 2016 e aveva una storia di salute mentale “documentata” dalla polizia di Houston. Anche i verbali di divorzio ottenuti da fonti locali, aggiunge Independent, hanno delineato un quadro di presunti problemi di salute mentale. NBC News ha aggiunto che la donna in precedenza aveva usato il nome maschile di Jeffrey Escalante. A tal proposito, in una conferenza stampa tenutasi lunedì, i funzionari di polizia Usa hanno osservato che, sebbene la donna che ha sparato sembrasse utilizzare nomi sia maschili che femminili, non hanno trovato alcuna indicazione del fatto che si sia mai identificata come qualcosa di diverso da una donna cisgender. L’ex suocera, in un post su Facebook, ha incolpato il sistema per non aver allontanato un bambino da una «donna con una nota malattia mentale».
Nel post conferma la pista antisemita: «Anche se la mia ex nuora ha inveito contro Israele e gli ebrei in uno sproloquio pro-palestinese ieri, questo non ha nulla a che fare con l’ebraismo o l’Islam. Niente! Ma questo è ciò che accade quando una cronaca sconsiderata e irresponsabile lascia che persone con gravi disturbi mentali abbiano una scusa per la violenza». Nessuna accusa agli agenti, che potrebbero aver colpito il bambino (al momento non si sa se lo abbia ferito la madre o gli agenti): «Nessuno potrà mai incolpare un agente di polizia che compie il suo legittimo dovere di salvare vite umane, anche se dovesse essere ritenuto responsabile di aver sparato a mio nipote. La colpa è dei servizi sociali della contea di Montgomery e della contea di Harris, che si sono rifiutati di togliere la custodia a una donna con una nota malattia mentale che non veniva curata, e dello Stato del Texas, che non ha leggi severe sulla bandiera rossa che avrebbero impedito a (Moreno) di possedere o detenere una pistola».
LE ACCUSE DEL MARITO, L’INSEGNANTE E I VICINI PERSEGUITATI
Ma è emerso anche che Genesse Ivonne Moreno era stata accusata di violenze dal marito, che dal canto suo si trova in carcere in Florida e aveva perso la custodia del figlio. Secondo i documenti del divorzio ottenuti da ABC13, Enrique Carranza ha scritto che Moreno, che lui chiamava “Jeffrey“, è diventata violenta subito dopo il matrimonio. Nei documenti si legge: «Jeffrey ha una diagnosi di schizofrenia, quindi ogni giorno era una nuova battaglia o un nuovo combattimento nel suo regno». Ha anche scritto che l’ex moglie soffriva di lupus, ma aveva smesso di prendere le medicine e, quando è rimasta incinta, ha continuato a fare uso di altri farmaci. «Attualmente temo che mia moglie faccia del male a mio figlio perché sa che tutto ciò che ho desiderato per tutta la vita è stato essere padre e non permetterò che l’odio venga insegnato a mio figlio».
Sulla vicenda è intervenuta anche una insegnante del bambino, che alla KPRC ha dichiarato di essere stata accusata di molestie dalla donna: «Ha chiamato la scuola dicendo che stavo perseguitando la sua casa». Un’altra vicina ha riferito di aver sporto denuncia alla polizia nel luglio 2022, quando Moreno le avrebbe puntato contro una pistola, senza essere arrestata. Un’altra ancora, come riportato da Independent, ha rivelato che la donna aveva scarabocchiato svastiche sulla sua proprietà e deriso lei e i suoi nipoti più volte. «Ho passato l’inferno. Ho denunciato tutto questo, ho denunciato tutto questo ed è rimasto sordo». A tal proposito, i vicini hanno chiarito di aver fatto di tutto per aiutare la comunità e proteggerla da Moreno: «Siamo andati in tribunale, abbiamo parlato con i commissari e con i funzionari eletti. Non possiamo fare nulla di più di quello che abbiamo fatto, abbiamo cercato di fermare tutto questo». Diverse, infatti, le denunce negli ultimi quattro anni.