MAURO CORONA RICORDA I GENITORI: “A CASA HO CONOSCIUTO LA FAME VERA”
Genitori di Mauro Corona, chi erano e cosa sappiamo dell’infanzia del 74enne alpinista e scultore originario del Trentino? Quest’oggi, nel corso della puntata del sabato di “Verissimo”, avremo l’occasione di rivedere il vulcanico opinionista televisivo e scrittore nel format ‘Le Storie’ del talk show di Canale 5 che ripropone i momenti più emozionanti della stagione appena trascorsa nel salotto di Silvia Toffanin. E, se in un altro pezzo quest’oggi abbiamo raccontato qualcosa di più sulla ex moglie di Corona e della loro storia d’amore, qui apriamo invece il capitolo più doloroso della sua vita e che pare abbia segnato profondamente non solo la sua personalità ma pure la sua esperienza di padre di quattro figli, rendendola migliore.
Per sapere chi erano i genitori di Mauro Corona e come sono morti bisogna affidarsi ad alcune confessioni a cuore aperto che il diretto interessato aveva fatto nel corso di alcune interviste in televisione o sulla carta stampata: nato nell’agosto del 1950 a Baselga di Piné (Trento) da Domenico ‘Meni’ Corona e Lucia ‘Thia’ Filippin, due venditori ambulanti, trascorse l’infanzia in Trentino e poi a Erto, in Friuli, il loro paese d’origine. Da piccolo il giovane Corona seguiva il padre Domenico nelle sue battute di caccia come bracconiere per arrotondare e, stando in mezzo alla natura, cominciò a sviluppare il suo amore viscerale per la montagna e anche l’alpinismo. Poi, dopo la nascita del terzo fratello, la famiglia aveva cominciato a disgregarsi a causa delle violenze domestiche del padre e di una scelta dolorosa da parte di mamma Lucia.
CORONA, “PAPA’ MANDO’ TRE VOLTE IN COMA MIA MADRE E LEI…”
Infatti, nel racconto sui genitori di Mauro Corona un momento importante (e che, come accennato, influenzerà per sempre il futuro alpinista) era stata la scelta della madre di abbandonare il nucleo famigliare a causa delle percosse ricevute dal marito. “Fui partorito a Baselga di Piné sul carretto dei miei, venditori ambulanti friulani. A piedi andavano a piazzare mestoli e ciotole in legno fino a Genova, porta a porta” aveva raccontato Corona al ‘Corriere’ uno dei pochi episodi idillici della sua infanzia: “Mio padre mandò in coma mia mamma tre volte, finché lei un giorno scappò di casa” aveva proseguito lo scrittore che all’epoca aveva solo sei anni, uno in più dell’altro fratello e col più piccolo di casa che aveva solo quattro mesi. “Rividi mia mamma che ero tredicenne” aveva aggiunto, parlando della donna.
“Hanno fallito”: questo il giudizio molto netto ma sofferto sui genitori di Mauro Corona da parte del figlio. Questi, a distanza di tanti anni, ha ammesso di aver imparato dai loro errori e dalle brutalità del padre -causate spesso dall’alcol- diventando per i suoi quattro figli un padre diverso e molto più comprensivo. “Io la fame vera l’ho conosciuta, mica come quelli che oggi scrivono di montagna solo dopo averci fatto due passi (…) A tredici anni la fatica era meglio del dolore che c’era in casa”. Tra le mura domestiche infatti i genitori litigavano sempre: “Un giorno si addormentarono ubriachi per non svegliarsi mai più” è il triste epilogo di questa storia fatta di violenze e tanto dolore e che poi aveva portato lui e i suoi fratelli ad andare a vivere dai nonni. “Lo vede questo taglio sulla mano? Non è stata la montagna, è stato mio padre con un coltello. Dio l’abbia in gloria” aveva detto nella sopra citata intervista al ‘Corriere’.