Lodo Guenzi, ecco chi sono i genitori del cantante de Lo Stato Sociale e il loro ruolo chiave nel periodo adolescenziale
Lodo Guenzi è figlio unico e non ha mai fatto mistero di provenire da una famiglia abbiente, che gli ha sempre permesso di inseguire i propri sogni e le proprie passioni. Il padre si chiama Alberto, lavora come insegnante di Storia Economica all’Università di Parma, dove dirige il dipartimento di Economia, mentre la madre è un giudice. Fin da giovanissimo il ragazzo dimostra un carattere spigliato e pimpante, per certi versi una sorta piccola peste difficile da contenere. Ciononostante Lodo è sempre stato molto rispettoso dei suoi genitori, esprimendo gratitudine nei loro confronti.
Il padre e la madre, infatti, lo hanno sempre assecondato lungo il suo cammino artistico, spronandolo e incentivandolo in ogni sua attività creativa. All’età di undici anni Lodo si diverte a dipingere, ma dopo appena un paio di anni decide di abbandonare il suo hobby per dedicarsi ad un’altra passione, quella per la musica. Ed è così che all’età di tredici anni, Lodo riceve un regalo davvero speciale dai suoi genitori, una chitarra con la quale esercitarsi e affinare la sua tecnica.
Lodo Guenzi, il rapporto coi genitori e la sofferenza per il bullismo ai tempi della scuola
Nel frattempo i genitori iscrivono Lodo nel prestigioso liceo classico Galvani di Bologna, la stessa scuola frequentata in passato da personaggi e profili della politica e dello spettacolo italiano come Pier Paolo Pasolini, Pier Ferdinando Casini e Pupi Avati. Dopo il diploma, Lodo comincia ad esibirsi in alcune performance teatrali, anche se ben presto comprende che nemmeno quella è la sua strada. Decide quindi di tornare a Bologna, dove conosce Alberto Guidetti (Bebo) e Alberto Cazzola (Albi), coi quali nel 2009 fonda Lo Stato Sociale. Della sua adolescenza, così come della sua vita privata e del rapporto coi genitori, Lodo non ha mai parlato moltissimo, ad eccezione dei problemi riscontrati nel periodo scolastico a causa dei bulli. “Mi chiamavano Cinzia, come il nome di una bici da donna. Curiosamente, le uniche che mi piace guidare adesso”, ha raccontato tempo fa su Instagram, ripercorrendo le tappe più difficili del suo passato.