“I genitori sono fondamentali per l’autostima dei figli”

I genitori avrebbero un ruolo fondamentale nella creazione dell’autostima dei loro figli, influenzando di conseguenza anche la loro vita futuro, soprattutto lavorativa e, potenzialmente, anche influenzando gli obbiettivi e i successi che raggiungeranno. Lo sostiene Brigitte Scheidt, psicoterapeuta specializzata nelle dinamiche familiari e consulente del lavoro, di Berlino, al quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung. Due professioni, le sue, che sembrano agli antipodi l’una dell’altra, ma che sono in realtà strettamente connesse, perché nel suo lavoro di consulenza “la famiglia entra presto in gioco, e diventano evidenti sia le risorse che i blocchi che una persona porta con sé”.



La famiglia e il rapporto con i genitori, insomma, sarebbero importantissimi per lo sviluppo dell’autostima e della capacità dei figli. “Ciò che abbiamo vissuto in famiglia e ciò che abbiamo portato con noi”, sostiene, “modella il nostro atteggiamento verso il mondo e quindi i modi in cui ci comportiamo, anche sul lavoro”. Sono i genitori a gettare le competenze dei loro figli, e “la maggior parte di queste rientra nelle cosiddette soft skill“, ma anche a determinare “l’immagine di sé e l’idea del proprio ruolo nel mondo”. Non si tratta, però, di un compito facile perché “i genitori sono in bilico tra i loro valori e ciò che vogliono dal figlio e l’idea che il bambino sia una persona a sé stante. Quasi tutti i genitori fanno del loro meglio”, ma non sempre le cose funzionano come dovrebbero.



Come lavorare sull’autostima dei figli

Su cosa possa fare un genitore per cercare di migliorare la vita del figlio, parla chiaro, “bisogna dargli sicurezza e aiutarlo a stabilizzare la sua autostima”. Come? “Interessarsi al bambino e suo mondo e, quando si passa del tempo con lui, essere presenti anche mentalmente. Prenderlo sul serio quando ci si accorge che per lui qualcosa è importante. Incoraggiarlo a sviluppare il proprio punto di vista, a permettergli di argomentare sui suoi interessi, sbagliare non è una disgrazia. Incoraggiare il bambino ad esprimersi e a lasciarsi vedere, ma anche a vedere gli altri. Avere fiducia nel bambino e nel suo sviluppo”.



Secondo la terapeuta un altro modo in cui i genitori possono lavorare sull’autostima dei figli è evitare di pretendere che siano al loro stesso livello, appellandosi ad un senso della ragione tipico degli adulti anche quando sono piccoli e quel senso non l’hanno sviluppato. “Questo”, infatti spiega, “lascia poco spazio ai sentimenti dei bambini, soprattutto alla rabbia e alla delusione”. In questi casi, meglio “fare una proposta di compromesso o negoziare un accordo. In questo modo, il bambino può imparare che i sentimenti negativi sono ammessi anche se non è in grado di affermare i propri desideri (così) impara a gestirli e sperimenta l’auto efficacia”.

“È difficile per un figlio”, spiega ancora, “acquisire autostima quando l’impazienza, la pressione, il giudizio o la mancanza di rispetto dominano la relazione con i genitori. Quando un bambino rovescia una tazza di cioccolata, alcuni genitori giudicano il bambino solo dalle espressioni facciali (sopracciglia alzate, un gesto deprecativo della mano)”, ed è un atteggiamento scorretto perché “la reazione è percepita come imbarazzo e il bambino si vergogna”. “Se un bambino viene costantemente giudicato e svalutato dal prossimo, non c’è alcun riflesso positivo. Lo sviluppo dell’autostima è limitato e il mondo viene vissuto come piuttosto ostile”, conclude.