Non è certo uno dei concorrenti più giovani di questa edizione 2022 del Festival di Sanremo, ma sicuramente rappresenta una delle novità più apprezzate e non solo per via del suo brano “Insuperabile”: Mirko Manuele Martorana, a.k.a. Rkomi, sta facendo molto parlare di sé in questi giorni anche se pure nelle tappe di avvicinamento alla kermesse canora dalla Città dei Fiori aveva attirato su di sé l’attenzione della stampa.
Una infanzia difficile per il 27enne nato da una famiglia napoletana immigrata nella periferia est di Milano e cresciuto in una casa popolare di Calvairate, con tutte le difficoltà del caso legate a un ‘milieu’ certamente non facile e ai pregiudizi, ancora oggi duri a morire, che circondano coloro che emigrano anche solamente da una zona all’altra della penisola. E parlare di famiglia per l’autore dell’album “Taxi Driver”, best seller del 2021, non è facile dal momento che, come ha raccontato durante una interessante intervista concessa al magazine “Grazia” e ad altre testate, a sopperire alla figura paterna è stato sovente suo fratello. Scopriamo perché lasciando la parola allo stesso Rkomi.
RKOMI, “GENITORI? NON HO MAI CONOSCIUTO MIO PADRE: MIA MADRE FACEVA TUTTO E…”
“Sì mia madre ha cresciuto me e mio fratello maggiore da sola” ha risposto Rkomi a una delle domande della sopra citata intervista, spiegando che la donna è stata peer loro anche un papà. “Io non ho mai conosciuto mio padre: mio fratello invece è più grande di me di nove anni e quindi ha avuto molte attenzioni ‘da papà’ nei miei confronti quando era giusto farlo” ha confessato Mirko, elogiando anche la madre per essere stata “tutto” tra le mura domestiche pur dovendo barcamenarsi tra più lavori per sbarcare il proverbiale lunario. “Era cosciente del fatto che qualcuno doveva portare i soldi a casa…”.
Tuttavia, nonostante queste difficoltà, la madre è stata comunque una figura sempre presente nell’infanzia e poi nell’adolescenza di Rkomi, trascorsa anche assieme alla nonna in quella casa popolare di Calvairate: “Cercava di stare il più tempo possibile con noi: io stavo anche molto con mio fratello quando lei non c’era” ha aggiunto. Poi la scelta, definita dal diretto interessato come “stupida”, di lasciare la scuola e di reagire in un ambiente fatto di “fattori criminali e di disagi ambientali” per seguire la propria passione musicale. “Facevo fatica anche a riempire il frigo a 18 anni” ha raccontato il rapper, rievocando le sue esperienze anche come muratore e cameriere prima della svolta del 2016 e della notorietà arrivata anche grazie a Marracash che produsse il suo primo album. Il resto è storia, e per ora si ferma, ma solo temporaneamente, sul palcoscenico del Teatro Ariston.