La storia di Federico Del Prete, il sindacalista ucciso dalla camorra nel 2002, ha ispirato la trama del film “Tutto per mio figlio” con Giuseppe Zeno, in onda oggi 16 maggio 2024, in prima serata su Raiuno. Nel film viene raccontata la storia di Federico Del Prete che, da sindacalista, pur consapevole del pericolo, portava avanti la sua battaglia per lasciare al figlio Gennaro un mondo diverso, senza soprusi, con gli stessi diritti per tutti. Il 18 febbraio 2002, però, la camorra mette fine alla vita di Federico Del Prete la cui memoria, oggi, viene portata avanti dal figlio Gennaro che, con un dolore incancellabile nel cuore, cerca di esaudire quelli che erano i desideri del padre.
Per sensibilizzare tutti all’importanza della lotta contro la criminalità organizzata, Gennaro Del Prete (Peppino), funzionario di servizio sociale presso l’Ufficio Esecuzione Penale esterne di Caserta e che, per il suo impegno civile e social è stato insignito dell’onorificenza di Cavaliere della Repubblica Italiana, ha istituito il “Premio nazionale Federico Del Prete”.
Le parole di Gennaro Del Prete (Peppino) sulla morte del padre Federico Del Prete (Raffaele Acampora)
Gennaro Del Prete era giovanissimo quando la camorra uccise il padre Federico Del Prete (Raffaele Acampora nel film) che aveva sacrificato tutto per difendere i diritti dei più deboli. Un giorno che è impresso nella mente del figlio di Federico Del Prete che ha affidato alle pagine de Il mattino, in un articolo pubblico nel 2015, il suo dolore. “Sono trascorsi tredici anni, da quel maledettissimo giorno, tredici lunghissimi anni. Eppure sento ancora sibilare nell’aria la voce che mi annunciava l’uccisione di mio padre Federico. Provo le stesse emozioni, lo stesso dolore“, scriveva su Il Mattino.
Nelle sue parole, il figlio di Federico Del Prete ricorda la paura del padre, ma anche il suo sogno di poter vivere, un giorno, in un Paese senza soprusi. “E’ stato ucciso sognando un Paese senza soprusi, lottando e insegnando il coraggio a tanti vigliacchi che subiscono in silenzio pensando assuefatti che nulla possa mai cambiare. E’ morto difendendo i diritti dei calpestati, di chi troppo spesso non ha voce“, scriveva Gennaro Del Prete che oggi sta portando avanti personalmente tale battaglia anche se, a volte, “mi vien voglia di gettare la spugna, poi però penso che tradirei me stesso e il sacrifico di mio padre”.