Gennaro e Carmela, chi erano i genitori di Rocco Siffredi: il doloroso lutto in famiglia

Gennaro e Carmela erano i genitori di Rocco Siffredi, il quale oggi pomeriggio è ospite a La volta buona nel salotto di Caterina Balivo su Rai 1. La famiglia del pornodivo, che è sposato con Rosa Caracciolo e da cui ha avuto i due figli Lorenzo e Leonardo, era composta dai due genitori e ben 6 figli, di cui Siffredi era il penultimo. Il padre Gennaro era di professione cantoniere, la madre Carmela era invece una casalinga: l’attore, prima di intraprendere la carriera a luci rosse, da adolescente lavorò nella marina mercantile per poi raggiungere uno dei fratelli a Parigi nel 1982 e lavorare nella ristorazione.



Tuttavia la famiglia di Rocco Siffredi fu colpita da un gravissimo lutto, quando l’attore aveva 6 anni: la morte del fratello maggiore Claudio, scomparso a soli 12 anni a causa di una crisi epilettica. Un lutto che la madre Carmela non riuscì mai del tutto a metabolizzare e che segnò per sempre la sua vita. «Mia madre l’ho vista soffrire sempre“, aveva raccontato in un’intervista a Ti sento nel 2021. “Una donna che perde un figlio di 12 anni per una crisi epilettica, io ne avevo 6, e tutto ad un tratto impazzisce».



Rocco Siffredi e la morte del fratello Claudio: “Mamma era sicura che sarebbe tornato

Rocco Siffredi, in quell’occasione, aveva ricordato il dolore della madre per la perdita di un figlio in tenera età, un dolore che non ha mai saputo metabolizzare: “Mia mamma metteva da mangiare sul tavolo anche per mio fratello Claudio che non c’era più. E quando continuava a mettere a tavola il piatto per Claudio, mio padre le chiedeva di smettere, ma lei era sicura che sarebbe tornato. Quando mangiavo e avevo delle abitudini che ho ancora oggi, come mettere il pomodoro di lato sul piatto, mia madre prendeva il piatto e me lo spaccava in testa. Io però la guardavo con molta tranquillità e pensavo a quanto soffriva».



Parlando invece del padre, in un’intervista rilasciata a Vanity Fair nel 2016, Rocco Siffredi aveva raccontato: “Era un uomo buono, gentile, ma inesistente. Non aveva nessuna ambizione a parte la fi*a. Faceva il cantoniere e il suo capo lo rimproverava spesso perché s’infilava in ogni casa con la scusa del bicchiere d’acqua, del caffè, sperando di trovare una donna sola“. Per questi comportamenti “mia madre era gelosa e ne ha sofferto fino all’ultimo. È morta di cirrosi per un’epatite mai diagnosticata. Stava per entrare in coma, e lui flirtava con la signora del letto vicino. Mi disse: “Caccialo fuori, non ce la faccio più”. È l’ultima immagine che ho di loro insieme“.