Gennaro Gattuso non è più l’allenatore del Napoli. La notizia era nell’aria ormai da settimane ma stamane è giunta l’ufficialità dopo un tweet del presidente Aurelio De Laurentiis. Il numero uno del club campano ha infatti congedato il tecnico calabrese scrivendo: “Caro Rino, sono felice di aver trascorso quasi due stagioni con te. Ringraziandoti per il lavoro svolto, ti auguro successi ovunque tu vada. Un abbraccio anche a tua moglie e ai tuoi figli”.
Gattuso aveva preso in mano il Napoli l’11 dicembre 2019, dopo essersi lasciato con il Milan l’estate precedente. Un impegno non semplice per Rino, in una piazza complicata come quella campana e tra l’altro dopo un esonero vip come quello di Carlo Ancelotti. Alla fine la stagione si era chiusa con un settimo posto, 62 punti, ma nonostante un mezzo campionato non proprio idilliaco il mister era stato confermato per l’annata successiva, conclusasi ieri sera con l’amaro in bocca, a quota 77 (quindi quindici punti in più rispetto a un anno fa), ma a una sola lunghezza di distanza dalla zona Champions League delimitata dalla Juventus a quota 78.
GATTUSO, ADDIO NAPOLI: LA ROTTURA A VERONA LO SCORSO FEBBRAIO
Ma al di là del risultato sportivo deludente, il rapporto fra De Laurentiis e Ringhio si era rotto lo scorso febbraio, subito dopo la sconfitta contro l’Hellas Verona, in cui il presidente pare abbia contattato Sarri per un ritorno immediato a Castelvolturno. Gattuso accusò il suo patron e da quel giorno divenne di fatto un Man dead walking, fino appunto all’esonero di oggi. Resta una stagione dove il Napoli ha vinto più partite di tutti, 24, ad eccezione della sola Inter e al pari del Milan, con il terzo miglior attacco e la terza miglior difesa. A pesare sono state però alcune sconfitte di troppo, in totale 9, il numero più alto fra le prime della classe, e qualche punto perso per strada contro le “provinciali”. Ora bisognerà capire dove allenerà Gattuso la prossima stagione (c’è un forte interesse della Fiorentina), e nel contempo, chi prenderà in mano il Napoli, e in questo caso i nomi sono tanti, a cominciare dal sogno Allegri, per arrivare fino a Spalletti.