Roma è bellissima,  in questi sprazzi di primavera, i suoi azzurri e rossi e ocra attirano frotte di scolaresche in gita. Per tante che arrivano, altrettante partono. Da un po’ di anni a questa parte però le gite scolastiche si fanno più impegnative. Era stato Veltroni sindaco ad avere l’idea di una specie di gemellaggio ideale con Auschwitz. Viaggi della memoria preparati in classe, vissuti, commentati dopo. Importante. Poi è cambiato il sindaco, due, e sono arrivati altri luoghi e altri tempi da ricordare. Hiroshima, le foibe e l’esodo di tanti italiani per sfuggire ai massacri titini. Cose che non si studiavano a scuola.

Quest’anno, una puntata in Repubblica Ceca. Praga, con monasteri, cattedrale, la magia del suo fiume, ma anche un monumento alle vittime del comunismo. 205.486 persone condannate, uccise, esiliate. Si ha poca voglia di ricordare, in quella che prima era terra d’oltre cortina. Se ne ha di più in chi organizza e accompagna questi ragazzi, scelti  per questo pellegrinaggio nei drammi del 900. “Questi viaggi non sono né di destra né di sinistra”, è sbottato, l’assessore ai Giovani e alla Famiglia Gianluigi De Palo, indovinando le critiche. “Si sente puzza di ideologia”, ha spiegato.

Ha ragione, non si fanno battaglie sulla lettura della storia utilizzando i ragazzi, per cui fascismo e comunismo dovrebbero essere due ideologie perverse, e regimi perniciosi da condannare alla pari, senza esitazioni. Ha ragione questo giovane assessore, uomo di solida formazione nelle Acli, prestato alla politica dalla società civile. Tocca ricordare che la memoria è una sola, magari quella sulle tragedie del comunismo un po’ più labile. C’è ancora chi si fregia del suo nome nel simbolo di partito, e certo rivedremo falce e martello alla prossima tornata amministrativa. Dei morti di Ungheria, Cecoslovacchia, Polonia, tutte le sfortunate province dell’ex impero Sovietico, i nostri figli e noi tutti sappiamo ben poco. E quando, solo pochi anni fa, gruppi di temerari cattolici aprirono la testa e il cuore alla dissidenza, ai samiszdat, erano guardati a vista, con sospetto. 

Oggi il revisionismo è per molti una mostrina da spendere in campagna elettorale, ma questo non toglie che finalmente, anche sui libri di testo, quasi chiedendo scusa, la storia si può studiare tutta intera, senza omissioni e imbarazzanti silenzi. Suggerirei però un’alternativa in epoca di tagli severi all’Istruzione. La memoria si coltiva ogni giorno, senza spingersi tanto lontano e un bravo insegnante sa come fare. Sono i più assonnati e apatici tra gli studenti quelli con cui è più necessario un lavoro, e non sono i primi ad alzare la mano per assicurarsi un posto nei viaggi proposti dal Comune. Ci sono libri da leggere e luoghi da visitare, a portata di tutti.

C’è stata a Roma, fino a poco tempo fa, una mostra per “celebrare” i 70 anni del PCI, che lasciava attoniti e sollevati, per averla scampata bella. Ci sono le Fosse Ardeatine, il Ghetto, il quartiere Giuliano Dalmata. Benissimo portarci le corone d’alloro, una volta l’anno, nelle cerimonie ufficiali.  Più utile ancora i ragazzi, tutto l’anno.