Sono molti i modi per sfruttare l’immagine dei bambini, più o meno odiosi. Ci siamo abituati, e ci pare bacchettona la reprimenda di qualche comitato di genitori. C’è di peggio che usarli per sfondare, per avere successo. In fondo, potrebbe anche piacergli, e se hai bisogno di vivere, c’è qualche giustificazione. Anna Magnani in Bellissima insegna. E’ peggio metter loro in testa e in bocca pensieri e frasi non adeguati, convincerli alla volgarità, aizzare un’istintività che andrebbe invece educata con la ragione e l’affetto. Andiamo sul sito Kids revolution, o se preferite cliccate su You Tube Cavaliere nano, e guardatevi il video. Allegri frugoletti sugli 8-12 anni, si direbbe, cantano in coro, con qualche assolo strategico, un motivetto che suona più o meno così: “Hai il cuore di un serpente, l’amore non ce l’hai… tu sembri il manichino di un imbroglione…sei malato e fai le porcherie… fai la cacca in mano e poi datti una sberla, sei un buffone…”
Dal che si evince che il cavaliere nano non salta fuori da una fiaba di Perrault, ma è il Presidente del Consiglio, naturalmente. Un uomo cattivo, che dice bugie, toglie il lavoro a papà, disprezza le donne, tradisce tutto ciò che è vero e bello. Allora è normale, come fanno i bambini, ricorrere alla coprologia e coprire di cacca l’Uomo Nero. Magari “faccia di merda” non è proprio un epiteto abituale nell’infanzia, si spera, in genere le maestre a scuola non lo tollerano, ma non si sa mai, i tempi e le generazioni e i metodi educativi cambiano.
Un panzone barbuto e fricchettone dirige il coro, sorridendo. Le bimbe soprattutto ammiccano, manco fossero a Bravo Bravissimo, soddisfatte del saggio. Orchestrato da chi? Spontanee aggregazioni di genitori? Innocuo scherzo di condominio? Ne dubito.
Se metti un video su un sito, su You Tube, vuoi farlo vedere al mondo, farne uno strumento di diffusione di idee, un pugno in faccia, un’arma. Come quella che l’insano Tartaglia fu spinto a lanciare sul viso l’Odiato Nemico. E infatti gli autori l’hanno tirato fuori in campagna elettorale, e ora si presentano a radio e tv per dissertare sul testo e la scelta stilistica. Capita, nella lotta politica, assistere a gesti di follia, ascoltare parole pesanti. Siamo avvezzi all’insulto, al lancio di monetine, di cartelli, di sputi. Ma nel jingle da cartone animato di Kids Revolution c’è qualcosa di aberrante, disumano: “questi figli sono miei, ne muovo i fili, li catechizzo, li uso. Ne faccio i kamikaze del futuro”. Esempio di coerenza, da parte di chi lancia strali contro i talk show che portano inscena i bambini, di chi getta sospetti indistinti su ogni tonaca che si aggira in una parrocchia, di chi s’indigna per lo sfruttamento di Ruby. Che aveva quasi 18 anni, ed era lieta di farsi sfruttare, come continua a ripetere.
Attendiamo i sociologi, gli psicologi, i commentatori autorevoli della nostra intellighenzia che diano un parere. Magari un’authority stavolta ha qualcosa di serio da eccepire. Speriamo che non riducano l’operazione Cavaliere nano a un gesto goliardico di qualche buontempone malcresciuto. Come si legge nei commenti al video sul sito: “E’ una filastrocca, un testo colorito… i bambini si sono divertiti…”. Vi assicuro. Si divertono anche a pavoneggiarsi in costumi succinti davanti a una macchina fotografica, a picchiare il compagno più debole, a torturare i gatti. Si divertiranno un mondo alle festicciole più in a trasformare la canzone in karaoke, con l’animatore che mima i gesti, perché no. A chi con queste armi cerca la vittoria, a chi sventola le bandiere arancioni per vantare la libertà ritrovata (in Tibet la chiedono, la libertà, in Iran, in Corea…) ricordiamo che lo slogan con cui i figli dei fiori sono cresciuti era “mettete dei fiori nei vostri cannoni”. Dei fiori, non dei bambini.