IL MONITO DEL COMMISSARIO UE PAOLO GENTILONI: “GUERRA NON GIUSTIFICA ALTRI BONUS”
«La crisi attuale portata dalla guerra in Ucraina non è la stessa crisi del Covid e non può giustificare lo stesso livello di sostegno da parte delle politiche fiscali»: lo ha detto il commissario europeo per l’Economia Paolo Gentiloni, parlando al “Brussels Economic Forum”. Dopo che era stato lo stesso Premier Draghi nel suo discorso all’Europarlamento del 3 maggio ad evocare una sorta di nuovo Next Generation Eu per gas e Difesa, ecco la brusca frenata optata dal board della Commissione Europea.
«Servono misure più selettive e mirate», spiega ancora Gentiloni al BEF, aggiungendo «Abbiamo bisogno di un sostegno più mirato, e non lo dico perché sono preoccupato per la sostenibilità del debito pubblico». L’ex Premier Pd ha spiegato che tali raccomandazioni saranno inserite nel pacchetto del semestre europeo che sarà presentato il prossimo 23 maggio. Meno bonus, no a più indebitamenti in deficit, ritorno – anche se graduale – ad un idea di “austerità”: sembra scorgersi questo all’orizzonte dell’Ue, guardando alle dichiarazioni di Gentiloni, Von der Leyen e Dombrovskis – tutti impegnati in queste ore ad approntare un sesto pacchetto di sanzioni Ue alla Russia, sul quale ancora non è stato trovato un accordo per «il veto posto finora dall’Ungheria» (ma pure dalla Germania i distinguo sono stati fatti, così come la stessa Italia).
GAS, SCONTRO GENTILONI-TIMMERMANS SULL’ENI. SUL PIANO MARSHALL…
Stop aiuti ingenti dall’Europa per le conseguenze della guerra, ma allo stesso tempo via libera a progetti per una sorta di “piano Marshall” per ricostruire l’Ucraina al termine della sanguinosa guerra scatenata dalla Russia.
Non si è trovato ancora un accordo sulle sanzioni – in particolare sull’embargo al petrolio russo – eppure Von der Leyen ha già annunciato che saranno messi a disposizione almeno altri 9 miliardi di euro in aiuti da inviare nelle prossime settimane a Kiev. Non solo, in conferenza stampa da Bruxelles i due commissari europei all’Economia Dombrovkis e Gentiloni hanno presentato il progetto “RebuildUkraine” sovvenzionato dal bilancio dell’Unione Europea: «Questo nuovo strumento sarà dedicato al finanziamento dello sforzo di ricostruzione e all’allineamento dell’economia ucraina all’UE. Fornirebbe un mix di prestiti e sovvenzioni, con un forte legame con un programma di riforma. Gli investimenti sarebbero allineati con le politiche verdi e digitali dell’UE per aiutare l’Ucraina a rafforzarsi e rafforzare la resilienza dopo la devastazione dell’invasione russa», spiega l’ex Presidente del Consiglio dem. Assieme a Uk, Canada e Usa, l’Europa si propone in prima linea per sovvenzionare la ricostruzione di un Paese come quello ucraino in buona parte distrutto. Nella sua recente intervista a “La Stampa” il Segretario del Tesoro Usa Yellen ha parlato esplicitamente di un Piano Marshall per Kiev, lo stesso poi presentato dettagliato da Gentiloni all’Eurozona: «Abbiamo bisogno di un nuovo Piano Marshall per ricostruire l’Ucraina e ne abbiamo appena parlato al vertice del G7 con i miei colleghi provenienti da tutto il mondo», lo ha detto la Segretaria agli Esteri britannica Liz Truss intervistata a Times Radio, «Stiamo cercando di capire come usare i beni russi per aiutare a pagare’’ le spese per la ricostruzione dell’Ucraina». Per finanziarlo, la Commissione propone agli Stati di emettere nuovo debito, a meno che i singoli Paesi non vogliano aumentare i loro contributi al bilancio Ue.
Nelle stesse ore, sempre da Bruxelles, veniva presentato il piano “RePowerEU” per poter fronteggiare il caro-bollette ed energia, oltre che sostituire gradualmente il gas russo: «ci sarà un’unica piattaforma d’acquisto per gas, Gnl (gas liquido) e petrolio», ha spiegato in conferenza stampa il commissario Gentiloni. Da ultimo, lo stesso responsabile dell’Economia in Europa ha risposto per le rime alla critica feroce lanciata da un suo collega in Commissione, il vicepresidente Timmermans. Il tema è sempre il gas, con la decisione di Eni di aprire un doppio contratto con Gazprom sia in euro che in rubli: «Pagare in rubli significa violare le sanzioni. Ed è una violazione anche dei contratti stipulati che prevedono in quale valuta pagare. E i contratti indicano euro o dollari, mai rubli», aveva detto il vice presidente della Commissione Ue commentando il piano “RePowerEu”; a stretto giro arriva la risposta di Paolo Gentiloni, «Sappiamo che la quasi totalità dei contratti delle compagnie europee sono denominati in euro o dollari. I pagamenti delle compagnie europee avvengono secondo questi contratti e avvengono in euro e in dollari e questo non costituisce una violazione delle sanzioni».