«C’è grande soddisfazione» per il Recovery Fund, ma i soldi non arriveranno comunque prima «della seconda metà del 2021»: a dirlo è Paolo Gentiloni, Commissario agli Affari Economici Ue nella sua ultima intervista a Repubblica del 24 luglio 2020. Lo aveva già detto prima del Consiglio Europeo in cui, con sforzo non indifferente, i 27 Paesi hanno trovato l’accordo finale sul Recovery Fund nella forma di queste 68 pagine (il testo definitivo uscito dall’EuCo) che “definiscono” il futuro dei fondi di resilienza anti-Covid: ma per Gentiloni è proprio questo “ritardo” dei soldi in aiuto ai singoli Paesi che dovrebbe “consigliare” all’Italia di accettare al più presto i 36-37 miliardi del Mes sul fronte sanitario. «I fondi arriveranno nella seconda metà del 2021, l’Italia prenda il Mes, conviene», spiega ancora l’ex Premier Pd nel colloquio con “Rep”, confermando la piena soddisfazione per l’accordo comunque raggiunto a Bruxelles «risultato arrivato dopo mesi straordinari iniziati con le prime modifiche delle regole europee e sfociati nella decisione del Consiglio europeo sul Recovery. Io non dimentico gli anni ’10 dell’Unione, con una crisi finanziaria affrontata in ordine sparso, con la Brexit e con l’incapacità di gestire i flussi migratori».



LE “PRESSIONI” DI GENTILONI SUL MES

Restano però le preoccupazioni per una tempistica dell’Europa che, al di là dei proclami di Von der Leyen, Michel e Lagarde, non pare essere più di tanto “tempestiva”: se è comunque vero e innegabile, come dice Gentiloni, che «di fronte alla peggiore delle crisi, di fronte alle vittime e alle ferite sociali devastanti, siamo passati dal rifiuto della condivisione dei rischi alla solidarietà», è anche vero che i soldi e le contrattazioni non arriveranno prima del prossimo anno. «Le erogazioni del Recovery – evidenzia ancora Paolo Gentiloni a “Repubblica” – inizieranno nella seconda parte del 2021 ad eccezione di un 10% che verrà anticipato con l’approvazione del Piano». Prima bisognerà aspettare il percorso di ratifica dei parlamenti, commenta il Commissario agli Affari Economici, «quindi dovremo riuscire a rispettare il calendario con l’approvazione dei Piani di riforme dei singoli paesi entro aprile e andare sui mercati con titoli europei comuni».



“700 MILIARDI IN PRESTITI DALL’UE”

Gentiloni infine compie una sorta di “sunto” sui fondi in ballo per i singoli Paesi nell’emergenza Covid-19, Italia in prima linea: il pacchetto del Recovery Fund vede 390 miliardi di aiuti a fondo perduto, 360 miliardi di prestiti, ma anche crediti agevolati del Mes (240 mld totali) e Sure (100 miliardi). Sono in tutto 700 miliardi di prestiti e per questo Gentiloni ribadisce «Se c’è un Paese in Europa che può trarre vantaggio da questi prestiti è l’Italia e all’interno di questo pacchetto uno strumento è già disponibile, ovvero il Mes». Rispondendo alle critiche del Cdx (e M5s) che dubitano delle stringenti condizionalità del Fondo Salva-Stati, Gentiloni conclude «Abbiamo eliminato dalle sue linee di credito le vecchie condizionalità macroeconomiche e ora è chiaramente vantaggioso per un Paese con i tassi di interesse come quelli italiani. Ma la decisione ovviamente non si prende a Bruxelles».

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