Il compromesso raggiunto dal Consiglio europeo sul Patto di stabilità «non è l’ideale» anche per Paolo Gentiloni, d’altra parte è comunque «un passo avanti». Ne parla al Corriere della Sera, ai cui microfoni confessa il «rammarico espresso dalle istituzioni dell’area euro» sulla mancata ratifica del Mes da parte dell’Italia. A tal proposito, il commissario europeo agli Affari economici ribadisce che «il parlamento è sovrano, ma è consuetudine che gli accordi sui trattati internazionali contratti dai governi vengano rispettati». Per Gentiloni il governo Meloni ha «fatto bene a sostenere il compromesso», in quanto il ritorno alle vecchie regole «sarebbe stata una sconfitta per l’Unione europea e per l’Italia». D’altra parte, la proposta della Commissione europea ora è stata «appesantita da troppi parametri, vincoli numerici ottenuti dalla Germania». Per Gentiloni tutti questi vincoli e parametri «è anche il riflesso di una mancanza di fiducia tra i Paesi e verso la Commissione».
A fare la differenza sarà l’attuazione. C’è comunque una «chiara flessibilità per tenere conto, dal 2025 al 2027, dell’aumento di spesa per interessi, al fine di salvaguardare investimenti in difesa, per il digitale e per l’ambiente». L’idea di Bruxelles, chiarisce Gentiloni, è quella di «mantenere degli aggiustamenti realistici di finanza pubblica per i Paesi ad alto debito, che si spalmano su periodi anche di sette anni se sono combinati a progetti di riforme e investimenti». Si tratta di un cambio di paradigma in Europa, dove si vuole dare «ai Paesi maggiore autonomia di definire e seguire i propri percorsi specifici e cerca un coordinamento di migliore qualità».
GENTILONI “ECONOMIA GERMANIA NON CRESCE…”
Paolo Gentiloni nell’intervista al Corriere ha parlato della Germania, confermato che il fatto che «l’economia tedesca non stia crescendo non è una buona notizia». A proposito della sentenza della Corte costituzionale tedesca, il commissario europeo ribadisce il rispetto da parte della Commissione europea, «ma il fatto che la maggiore economia europea non cresca può avere conseguenze negative per molti Paesi tra cui l’Italia». Gentiloni riscontra «una contraddizione fra l’esigenza di investire in ambiente, innovazione, riforme sociali e le regole che la Germania si è data sul “freno al debito”». D’altra parte, la questione compete alla Germania, non alla Commissione europea.
Aver evitato la recessione dopo le crisi che si sono susseguite. «Ora però è fondamentale attuare i Pnrr e definire cosa succederà dopo il 2026. Stati Uniti e Cina stanno investendo e sussidiando l’industria e le tecnologie fortissimamente». L’Europa deve lanciare nuovi fondi per obiettivi e beni comuni, ma serve fiducia tra i Paesi. «Ciascuno in Europa fa i propri interessi. Lo sforzo è sempre quello di comporli grazie a compromessi che ci portino il più avanti possibile. Sul Patto di stabilità lo si è fatto e io spero lo si faccia anche su altri terreni», ha concluso Gentiloni al Corriere.