Se l’Italia rafforza il suo asse con l’Algeria, la Francia non sta certo a guardare, come dimostrano gli accordi bilaterali che sta attuando con gli Emirati Arabi Uniti e in Iraq.
Per quanto riguarda gli EAU, l’uomo chiave degli accordi bilaterali nel settore petrolifero con la Francia è naturalmente il ministro dell’Industria della Tecnologia, oltre che CEO della compagnia petrolifera Adnoc di Abu Dhab, Al Jaber.
Per quanto riguarda la Francia tre sono gli uomini chiave: da un lato, il Ceo di TotalEnergies Patrick Pouyanné e il ministro delle finanze francese Bruno Le Maire; dall’altro, chi dovrà rafforzare i rapporti bilaterali con gli EAU è il nuovo Ambasciatore francese Nicolas Niemtchinow, ex direttore della direzione strategica del servizio segreto francese, la DGSE.
Gli accordi bilaterali nel settore petrolifero dovrebbero concludersi il 31 gennaio del corrente anno, accordi che sono l’esito di quelli di Parigi a luglio dello scorso anno quando il presidente degli EAU Mohammed bin Zayed Al Nahyan aveva incontrato Macron.
Non dobbiamo dimenticare che i legami nel settore petrolifero con la Francia sono più stretti di quanto non si pensi: infatti, la compagnia petrolifera francese ha diverse partecipazioni petrolifere con quella emiratina, possiede una quota del 10% nella compagnia Adnoc Onshore e del 20%, in Adnoc Gas. Ma accanto agli investimenti petroliferi la Francia ha interessi rilevanti nel settore dei fondi sovrani. Due sono infatti quelli che hanno stretti rapporti con la Francia e cioè Abu Dhabi Mubadala e Abu Dhabi Investment Authority.
Per quanto riguarda invece i rapporti con l’Iraq, la Francia sta compiendo passi avanti significativi come dimostra il fatto che il Primo ministro iracheno Mohammed Shia al-Sudani andrà a Parigi il 26 gennaio. L’incontro che avverrà in Francia serve soprattutto a sbloccare il contratto con la multinazionale francese TotalEnergies. Proprio per questa ragione nell’occasione il vicepresidente di TotalEnergies per il Medio Oriente e il Nord Africa Francia-Iraq Laurent Vivier incontrerà al-Sudani.
Non si tratta di un contratto di scarso valore: stiamo parlando di ben 27 miliardi di dollari di investimenti che la multinazionale francese intende porre in essere in Iraq non solo nel settore petrolifero, ma anche per lo sviluppo del sistema elettrico iracheno.
Ma vi sono altri interessi che la Francia in Iraq intende tutelare, come per esempio la costruzione di un sistema di trasporto sotterraneo a Baghdad, con un consorzio guidato da Alstom e la vendita dell’aereo francese Rafale della Dassault Aviation.
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