Parecchi lettori chiedono allo scrivente via mail quale blocco sarà il più potente nel globo: il sinorusso o l’alleanza delle democrazie? La risposta: dipende dall’estensione delle aree di influenza dei due. Il punto: nei due blocchi ci sono circa 1,5 miliardi di persone e solo una manciata di nazioni ciascuno, mentre tra i due c’è un’area “grigia” e una molteplicità di nazioni contendibili. Dati attuali: ambedue i blocchi stanno tentando una penetrazione geopolitica e geoeconomica in questa area grigia, ben consapevoli che il potere ha una semplicità fisica: il blocco più grande e coeso, nonché ricco, vince.
Analizziamo prima la probabilità di coesione dei due blocchi. La Cina ha conquistato la Russia perché unico sostegno politico e di mercato a una Mosca isolata. Tipicamente le proiezioni imperiali hanno un costo che eccede il guadagno. Ma in questo caso Pechino ha un guadagno netto perché ottiene energia e materia prime russe con forti sconti in relazione al costo medio di mercato che va dal 30% al 50% in cambio della protezione fornita al regime putiniano. Inoltre, Pechino sta diventando potenza di riferimento nell’Asia centrale e più decisamente dell’Iran. Al momento il blocco sino-russo, infatti, dovrebbe essere denominato “Greater China”. Tuttavia, non c’è ancora un’annessione ed è prevedibile un certo grado di resistenza al dominio cinese sia in Russia, sia nell’Asia centrale. Pechino ne è consapevole e per questo è interessata a mantenere elevata la tensione bellica tra Russia e Nato/G7 che costringe Mosca alla dipendenza da Pechino. Ma le nazioni islamiche dell’Asia centrale vorranno una certa autonomia da Pechino, in particolare l’enorme Kazakistan, e qui la Cina dovrà spendere di più per il controllo. Comunque il blocco sino-russo può dirsi abbastanza consolidato.
Il G7 lo è un po’ di meno perché gli Stati Uniti hanno difficoltà (il consenso a sinistra e destra per una posizione protezionista) a consolidare via trattato economico inclusivo l’alleanza politica. Inoltre, l’Ue a guida franco-tedesca non ha rinunciato a un certo grado di autonomia strategica. Tuttavia, le democrazie sono compatte contro la minaccia cinese e russa. Infatti, Washington e Pechino hanno interesse a mantenere elevata la tensione bellica, pur limitandola, che permette la coesione delle rispettive aree di influenza.
Sul piano del potenziale di scala delle aree di influenza la Cina è in svantaggio. Da un lato, è il protettore dei regimi autoritari, dall’altro spaventa le nazioni vicine e queste si orientano verso il G7. Per esempio, l’influenza cinese sulla Russia ha convinto l’India a spostarsi un po’ di più verso il G7 e sarà l’ospite più rilevante nel summit G7 di Hiroshima. Per Pechino è necessario mantenere una proiezione verso le democrazie, in particolare Brasile e Sudafrica, tentando la non interruzione delle relazioni economiche con l’Ue. Ma su questo lato è contrastabile. In sintesi, l’espansione dell’influenza cinese ha meno potenziale di quello del G7.
Nello scenario si sta infilando un vecchio (non allineati) e nuovo concetto: il Sud del mondo che la Cina spera di guidare, ma dove le meganazioni India, Brasile, Indonesia, ecc., hanno più chance con interesse a tenere relazioni economiche con Pechino, ma non condizionanti, e con l’area delle democrazie. Il tentativo cinese di costruire un’area dello yuan (non convertibile) contro quella del dollaro potrà applicarsi solo a un’area limitata di scala inferiore a quella del dollaro stesso. L’Ue, con il programma Global Gateway e altri e gli Stati Uniti stanno ripenetrando più decisamente in Africa: qui la presenza cinese e russa saranno via via più contrastate. Che l’Arabia saudita si ribelli all’alleanza con l’America è un’illusione cinese pur aumentando le relazioni sino-islamiche.
Sul piano della ricchezza interna va annotato che la Cina è in fase di sbolla finanziaria a cui tipicamente segue una recessione-stagnazione duratura. Anche l’area delle democrazie mostra una crisi sul piano della ricchezza diffusa socialmente. Bisognerà vedere come i due blocchi usciranno da questi guai.
Ma, in generale, nello scenario neo-bipolare si può dare più probabilità alla conquista del maggiore potere globale al mondo delle democrazie e nazioni compatibili contro quello dei regimi autoritari.
www.carlopelanda.com
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