Come sarà il mondo nei prossimi trent’anni? Come sarà l’Europa, quando la danza di Shiva sarà finita? L’implacabile distruzione creatrice che sta plasmando la società come la lascerà dopo questa crisi? Schumpeter sarebbe fiero di come sta cambiando l’organizzazione globale.
Dopo la parentesi trentennale finita con la pandemia, la Storia è ricominciata e gli attori di questo gioco del mondo si stanno muovendo veloci verso il mercantilismo del terzo millennio.
Ma prima di parlare degli ingredienti di questo Athanor sociale un piccolo recap sui diversi Stati:
Gli Stati Uniti rimangono il leader tecnologico indiscusso, dal biotech ai razzi spaziali, la loro forza dipende dall’esercito, dal mercato di capitali più potente del mondo e dalla sua moneta, tuttora reserve currency per gli scambi internazionali, ma il loro debito presto sarà insostenibile
L’Europa, invece, è piagata da problemi strutturali intrinseci, una cultura economica e organizzativa lacunosa, un debito pubblico folle e una governance imbarazzante.
La Cina è il vero leader emergente che sfida gli Stati Uniti da ogni punto di vista, ma la sua avanzata nasconde enormi criticità: debito alto, troppi anziani, il settore immobiliare molto fragile, mercato di capitali lacunoso e inaffidabile.
L’India è la Cina prima di diventare la Cina: popolazione giovane e numerosa, grandi conoscenze tecnologiche, ma sussistono i classici problemi di un Paese emergente come governance mediocre, corruzione e infrastrutture inesistenti.
L’Africa nel suo insieme è il continente più instabile ma con più possibilità di crescita, come abbiamo potuto vedere dai recenti avvenimenti Burkina Faso, Niger, Mali le superpotenze si stanno spartendo i territori chiave per avere le sue risorse dando in cambio infrastrutture fisiche e digitali. Non possiamo più considerare l’Africa Terzo Mondo.
La Russia è la grande incognita.
Come si può bilanciare un modo così “variegato” e mantenere un equilibrio multipolare?
L’oro sarà veramente la soluzione per far commerciare Stati incompatibili per cultura, credo, usi, costumi e scopi? O si rischia di sfociare in un conflitto mondiale?
Il piano della Bank of International Settlements (Bis di una nuova Bretton Woods per imporre un nuovo Swift e inglobare anche il sistema finanziario dei Brics determinando l’ordine mondiale per i prossimi 30 anni è molto difficile da attuare.
Il cosiddetto nearshoring, ovvero lo sviluppo degli Stati satellite per ogni continente come nel caso del Messico per gli Stati Uniti, oltre al reshoring della produzione e lo sviluppo delle infrastrutture possono essere buone soluzioni, ma non bastano a stabilizzare il mondo e il Pil degli Stati occidentali.
In un mondo che sembra troppo simile al Giudizio Universale di Signorelli nel Duomo di Orvieto, gli Stati stanno tornando più importanti delle multinazionali? Che tipo di collaborazione ci sarà?
Le istituzioni sovranazionali Banca Mondiale, Fmi e Bri sapranno stare al passo del cambiamento o collasseranno su se stesse?
L’intelligenza artificiale diventerà uno strumento panacea per gestire il mondo o un novello Abraxas leviatano dei popoli? Sicuramente l’inetta classe dirigente occidentale lascia un vuoto di potere incolmabile in un momento chiave per il futuro, rischiando di attualizzare la società dipinta nel libro “Dottor Futuro” di Philip K. Dick: non proprio un idillio!
Concretamente nei prossimi 10 anni le dinamiche determinanti saranno il debito che grava sugli Stati, le politiche e i flussi monetari e il ciclo economico.
In ogni epoca lo Stato che si accinge a governare il nuovo ordine mondiale ha un surplus di produzione e deve introdurre e guidare il prossimo paradigma finanziario: in questo momento lo sta facendo la Cina con la propagandata moneta convertibile in oro e la dedollarizzazione nei suoi scambi commerciali. Infatti, la Cina a inizio 2023 ha deciso di utilizzare i suoi renminbi, che presto diventeranno digitali, per commerciare coi suoi partner e viene da chiedersi: può essere questo il caso in cui l’egoismo della Cina, conclamata dittatura, diventi benessere collettivo per tutti i popoli?
In un sistema mercantilistico nessuno Stato fallisce se ha il potere di comprare quello che gli serve, e vende di più di quello che compra. L’indipendenza autarchica è dunque il modello chiave per il successo. La delocalizzazione della produzione è stato un errore drammatico per l’Occidente.
L’invidia che gli Stati Uniti hanno suscitato nei Paesi poveri risulta essere il motore delle loro società ed è questo il peccato originale del capitalismo made in Usa, depredare economicamente gli Stati è diventata un’arma a doppio taglio nel lungo periodo.
Le alleanze sono definite, a parte India e Arabia Saudita che sono in bilico, ma i bilanciamenti di forza no, esiste un enorme gap di opportunità tra Stati, ceti e individui che grava sulla possibilità di innovare e far crescere le economie. Tutto ciò garantisce un grande margine di incertezza sul sistema finanziario del futuro: la supply e demand dell’economia finanziaria e reale governano i meccanismi di potere tra Stati e tra conglomerati transnazionali.
I soldi sono un mezzo di scambio, ma anche un misuratore di potere: in questa situazione non è semplice passare da soldi Fiat a oro, “hard money”, moneta reale, perché non c’è abbastanza oro nel mondo e nei mercati per sostenere i mercati di debiti governativi e privati, il che rende più saggio passare a una moneta convertibile in oro piuttosto che a una moneta sostenuta dall’oro e nel frattempo usare l’inflazione per svalutare il debito degli Stati a spese dei cittadini.
La fortuna degli Stati Uniti è che la Cina non è ancora la vera leader tecnologica del mondo, per ora rimane indietro sulla tecnologia dei chip, sull’intelligenza artificiale, sul cloud, sulla blockchain e sul medtech, ma sfornando 700 mila nuovi ingegneri all’anno per quanto tempo sarà così?
Quando la competitività scende i rivali emergono e quando uno Stato perde la guida del mondo la sua moneta si svaluta e perde il titolo di reserve currency. Questo è uno dei motivi per cui la Federal Reserve sta facendo il Quantitative tightening: oltre che diminuire l’inflazione, vogliono salvare lo stato di reserve currency del dollaro!
Se la Cina dovesse imporre la sua egemonia su di noi per la prima volta uno Stato con una cultura non occidentale rischia di guidare il mondo! Questa cosa spaventa molto chi ci governa…
Far convivere culture molto diverse è difficile: avete mai pensato a un’azienda brasiliana che segue i principi del Kaizen giapponese?
La Cina è stato un impero in molte epoche con le dinastie Tang, Ming, Qing. Quella cinese è l’unica civiltà ad avere avuto più cicli di creazione e distruzione e a seguire i dettami della “tianxia”, ossia voler dominare tutto quello che sta sotto il cielo, il che rende le sue mire espansionistiche estremamente pervasive e risolute.
La prima guerra è con noi stessi, europei e umani in generale, con la nostra identità e cultura, rinnovarsi come una fenice, mantenendo il meglio del nostro passato e costruendo su fondamenta solide il futuro. Siamo noi che in ultima istanza scegliamo di essere forti o deboli.
Infatti, la crescita del Pil pro capite di uno Stato manifesta il suo successo e dipende dalla gestione dell’istruzione, dall’amministrazione della giustizia e dalla riscossione di tasse eque.
Leadership, educazione, carattere, corruzione, cooperazione, allocazione di risorse, apertura mentale, investimenti, nuove tecnologie sono gli elementi che determinano l’esito dello sviluppo di un popolo. Come diceva lo scrittore e politico scozzese Andrew Fletcher: “Lasciami scrivere le canzoni di una nazione, e non mi importerà chi fa le sue leggi”. Del resto plasmando la cultura di una nazione si costruisce di conseguenza ogni aspetto della sua civiltà.
A livello macroscopico la popolazione mondiale evolve in modi che sono ampiamente prevedibili, quindi da qui al 2075 i rapporti di forza in termini puramente numerici propendono per gli Stati emergenti.
In questo ambiente così complesso i fattori più importanti diventano innovazione e inventiva, solo così l’Occidente può salvarsi, di contro la polarizzazione interna dei popoli rappresenta un ostacolo mostruoso. Del resto, secondo Cicerone nessuno Stato sopravvive quando ha contemporaneamente nemici interni ed esterni.
In conclusione, il mondo del futuro è pieno di opportunità per chi ha la conoscenza e la consapevolezza, tutti gli altri devono aspettarsi grandi tribolazioni.
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