Geopolitica economica. Nel settembre 2023 a New Delhi fu siglato l’accordo (in formato MoU) Imec di connessione infrastrutturale tra Indo-Pacifico e Mediterraneo da India, Emirati, Arabia, Francia, Germania, Italia, Regno Unito e Stati Uniti, in combinazione con il progetto Global Gateway dell’Ue e con l’attenzione del G7. Le cronache hanno dato, per lo più, enfasi al collegamento ferroviario tra i porti indiani e quelli degli Emirati da cui dovrebbe partire una linea ferroviaria via Arabia (e Giordania) con sbocco ad Haifa (Israele). E da qui verso i porti del Mediterraneo meglio collegati con l’Europa interna, cioè Trieste (con retroporto ferroviario già predisposto) e Genova. Ma l’Imec ha un raggio progettuale più ampio: reti di comunicazione via cavo e, soprattutto, reti energetiche, per esempio tubi adattati alla trasmissione di idrogeno. Per inciso, va ricordato che Ue e India non sono produttori di idrocarburi fossili e la nuova mega-fanta città Neom in costruzione sul lato nord-occidentale dell’Arabia saudita vorrà essere post-petrolifera, considerando che dopo l’era petrolifera la Penisola arabica avrà come punto di forza una forte efficienza della radiazione solare. In sintesi, l’Imec è un progetto molto vasto e promette l’attivazione di un ciclo di capitale enorme ed espansivo per i partecipanti.
Al momento tale progetto è stato rallentato dall’offensiva delle forze filo-iraniane che hanno costretto Israele a una reazione forte con la conseguenza di rendere difficile sul piano del consenso intra-islamico per le nazioni sunnite l’avvio del progetto. Non è impensabile che l’attacco di Hamas a Israele nell’ottobre del 2023 sia correlato alla firma dell’Imec che geoesclude l’Iran e preoccupa i suoi alleati del blocco autoritario. Ma il progetto è vivo. Emirati e India stanno negoziando connessioni. La pressione statunitense per limitare Israele non è solo spinta dal timore di escalation, ma anche dalla visione strategica statunitense che vuole mantenere un forte controllo sull’area e una convergenza con Arabia, Emirati e Giordania (che infatti hanno aiutato Israele a contenere l’attacco missilistico diretto iraniano nel recente passato). Ed è importante un recente articolo di Giulio Terzi, Presidente della Commissione esteri del Senato italiano, ed ex ministro degli Esteri, dove ritiene che l’Italia possa giocare un ruolo pilota per l’Imec, considerando un momento in cui Francia e Germania sono distratte da altre priorità e l’America è in attesa di un nuovo esecutivo.
Come base realistica va annotato che palazzo Chigi ha assunto il coordinamento dell’azione italiana per l’Imec (così come per la proiezione in Africa) e che c’è un partenariato strategico tra India e Italia che appare sempre più attivo. Il mio gruppo di ricerca vede l’Imec e dintorni molto promettente per le aziende italiane in uno scenario a 5 anni, da anticipare con posizionamento, e raccomanda al Governo di includere il Giappone nella partita.
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