È fortissimo il sospetto che al G7 di Biarritz alcune partite “geopolitiche” aperte si siano chiuse quantomeno con una tregua. Altrimenti non si spiegherebbe quello che abbiamo visto “sui mercati” negli ultimi giorni. La prova del nove l’avremo con la fine della svalutazione dello yuan come parte di una tregua vera. L’unica spiegazione è che la situazione sia talmente compromessa che nessuno vuole lasciare aperti focolai di instabilità che rischiano di trasformarsi in bagni di sangue sui mercati come a dicembre 2018.



L’ultima novità, per quanto ci riguarda più direttamente, è il crollo del rendimento del decennale italiano. Il calo ha avuto una tale velocità e una tale dimensione che è spiegabile solo e solamente con uno scenario in cui l’Italia assume perfettamente il ruolo che “l’Unione europea” e chi la controlla in questo momento vuole. Qua ci sono due cose da dire.



La prima è questa. L’equilibrio di potere dentro l’Unione europea è cambiato in modo impressionante verso la Francia di Macron con la Germania pronta a sottoscrivere qualsiasi cosa, dal decennale italiano in ribasso alle aperture sui tassi negativi. Tutte cose che sarebbero state incredibili e impossibili solo dodici mesi fa. Cos’è successo? Quello che è successo è semplice. Il modello economico tedesco presuppone un mondo pacificato e nessuna barriera commerciale. Presuppone che gli altri, i partner commerciali, siano continuamente disposti ad accettare deficit commerciali con il loro corollario di debito e disoccupazione. Se queste condizioni vengono meno quel modello si scopre improvvisamente fragile e ricattabile. Oggi la Germania farebbe carte false pur di farsi proteggere da un cambio dei paradigmi geopolitici che la seppellirebbe. Non parliamo solo di economia, ma anche di politica interna. Il modello francese con le colonie che passano alla madrepatria miliardi, le relazioni internazionali fissate in decine di miliardi di vendite di armamenti o tecnologia e di consumi interni salvaguardati è infinitamente più stabile e soprattutto infinitamente meno “problematico” per i partner commerciali o politici. I tedeschi hanno dimostrato una mancanza di lungimiranza incredibile se si pensa al potere che hanno avuto in Europa per quasi dieci anni, dalla crisi del 2008.



La seconda è che sull’Italia oggi si è aperto lo scudo dello spread; nonostante la recessione, nonostante il debito. La questione è cosa ha messo sul piatto l’Italia per ottenere questo. Probabilmente un mix di privatizzazioni/svendite e austerity. Diciamo austerity, ma in questa fase qualsiasi cosa non sia una manovra anticiclica ed espansiva è una sua approssimazione. L’Europa è già oggi in stagnazione e i dati sull’economia tedesca, paurosi, suggeriscono cosa sta per accadere. Se l’Italia ha barattato spread con austerity e siamo alla vigilia di una recessione, il botto dell’economia italiana si sentirà fino su Marte. A quel punto tutto sarà possibile ed è per questo che l’Europa deve chiudere la “gabbia” sull’Italia in fretta e furia ed è anche per questo, forse, che i politici di primo piano del Pd non si faranno vedere in questo Governo.

Vi ricordate quando per anni ci hanno detto che dovevamo fare con la Germania? Quel modello nel lungo termine non è difendibile, non è una soluzione e lo vediamo ora con il velocissimo spostamento di potere verso la Francia. Mai come oggi l’Unione europea di oggi, quella reale con i suoi equilibri, si dimostra per l’Italia una gabbia senza uscita e senza chiavi in cui siamo ricattati dal nostro principale concorrente geopolitico francese che ci ha comprato; dopo essere stati ricattati da quello tedesco che ci ha imposta l’austerity nel 2012 per continuare a perpetuare un modello, quello mercantilista, che dopo il 2008 aveva già il fiato cortissimo. Questa è la ragione per cui se non cambiano gli equilibri in Europa anche il Governo dei vostri sogni con annesse figure di altissimo profilo non potrà rilanciare l’esangue economia italiana.

È per questo che assistiamo a Macron che esplicitamente dichiara, alla luce del sole, di essere parte in causa delle evoluzioni politiche italiane. La partita dell’Italia si chiude nei prossimi mesi. Dopodiché Salvini o qualsiasi altro politico italiano potrà anche avere il 100% dei parlamentari e non contare più nulla avendo perso ogni rapporto geopolitico privilegiato nel Mediterraneo e pezzi di industria e sistema Paese che semplicemente non sono “replicabili” se non dopo un paio di generazioni.

Accettare questo per una guerra di bande interna, magari per sconfiggere il “fascismo”, è un errore clamoroso come quello fatto nel 2011 quando pur di mandare a casa Berlusconi si decideva di pagare con una recessione che non si vedeva dal dopoguerra, accettando il pareggio di bilancio in Costituzione e la cessione della Libia alla Francia.