Sanremo 2024, Geolier finisce nel mirino della polemica: esplode il caso di Napoli!

Per i “puristi” di Napoli lui non é un napoletano e la sua “I’ p’ me, tu p’ te” non merita la promozione a Sanremo 2024, ed é il caso di Geolier, che viene ora difeso da Barbara D’Urso. La conduttrice napoletana di format TV e streaming sulle reti Mediaset storici, come Pomeriggio 5, si riattiva sul re dei social cinese di TikTok per intervenire con la sua sentenza a caldo rispetto al caso del momento, Geolier.



L’artista originario di Secondigliano, quartiere sito in provincia di Napoli e noto per meriti e anche demeriti, come in ogni sito al netto del pregiudizio, é ora nel mirino della polemica sollevata dall’occhio pubblico online e/o fruitore della musica del Festival, che contesta il giovane Big, unico artista tra i 30 ammessi alla attesa gara a proporre un brano in lingua napoletana e non in italiano, per la gara in onda sulle reti Rai TV e streaming, Sanremo 2024.



Per le contestazioni dei più critici, anche originari di Napoli, Geolier non sarebbe da ritenersi un napoletano vero perché secondino, cresciuto cioè nel quartiere di Secondigliano, e in più la sua canzone “I p’ me, tu p'” te si presenterebbe in una forma poco comprensibile e scorretta, dal punto di vista della grammatica nella lingua di Napoli.

Caposcuola del movimento anti-Geolier é lo scrittore napoletano Maurizio De Giovanni che in un post su Facebook fa sapere come lo scritto napoletano “non meriti questo strazio”, in allusione alla promozione del secondino al Festival della canzone italiana.



In un altro post piuttosto critico ai danni del papabile vincitore di Sanremo 2024 secondo i primi pronostici online sul Festival, via social, lo scrittore e divulgatore scientifico Angelo Forgione ammette lo stato di choc per aver preso visione del testo della canzone secondina Big, ” mi è apparso Salvatore Di Giacomo sanguinante in croce“. Forgione aggiunge che “il post non attacca Geolier né la sua canzone (inedita), ma analizza una questione linguistica”. Nella analisi degli errori inammissibili, quindi, si attenzionano “Vocali sparite, totale assenza di raddoppio fonosintattico delle consonanti, segni di elisione inesistenti, o inventati dove non ci vogliono”. Questo, in contrapposizione alla compagine internauta che promuove Geolier, in vista di Sanremo 2024.

Barbara D’Urso difende Geolier

E a far parte della seconda é Barbara D’Urso che registra un tentativo social a difesa di Geolier, finito nella bufera ancor prima del debutto sul palco del Festival di Sanremo 2024. L’ex volto Mediaset diventa virale col video di endorsement verso il giovane Big secondino. Nel decantare i lyrics nel testo originale della canzone promossa a Sanremo 2024, Barbara D’Urso palesa insieme ad una collaboratrice tiktoker di riuscire a comprendere il messaggio delle parole “incriminate”, tacciate di non essere puramente napoletane: “é stretto é napoletano… stretto… Ma noi siamo di Napoli e lo capiamo, peraltro il testo é bellissimo- fa sapere l’ex conduttrice sulle reti Mediaset di Napoli tra il serio e il faceto, per poi chiudere contro gli haters di Geolier-….I p’ me, tu p’ te é bellissima e salutm a soreta!”.

Nello stesso TikTok, che fa ora incetta di interazioni social, la conduttrice legge con particolare attenzione i lyrics della canzone sull’amore così tradotti in italiano: “se non ci stavi ti dovevano inventare… la felicità quanto costa se i soldi non la possono comprare?”. E oltre l’elogio di Barbara D’Urso, sui social spuntano gli encomi dei fan di Geolier, i quali rivendicano che ogni lingua abbia i suoi slang, e quella di “I p’ me, tu p’ te” é il secondino della napoletana mentre i “puristi” napoletani muoverebbero una sorta di autorazzismo all’attacco contro il concittadino diretto a Sanremo 2024, che ce l’ha fatta da Secondigliano, un quartiere di Napoli. E a promuovere Geolier, di recente,  é stato anche l’ambasciatore della musica di Napoli nel mondo, Gigi D’Alessio,  unendosi con Lazza proprio al secondino in una travolgente esibizione (fruibile su YouTube) sulle note di Chiagne, ad un concerto live a Piazza del Plebiscito.