LETTERA RATZINGER, LA VERSIONE DI GEORG
«C’è una corrente che vuole proprio distruggerne la persona e l’operato. Non ha mai amato la sua persona, la sua teologia, il suo Pontificato»: non ha dubbi Mons. Georg Gänswein, l’arcivescovo e segretario particolare del Papa Emerito Benedetto XVI.
Il giorno dopo la risposta tramite lettera alla Diocesi di Monaco e Frisinga nel merito delle accuse mosse sul fronte pedofilia, Ratzinger viene descritto dal suo collaboratore più fedele e fidato come un uomo stanco fisicamente, piegato dal tempo ma lucidissimo e “innamorato” di Cristo in ogni suo riverbero. Al “Corriere della Sera” Mons. Georg spiega come la lettera pubblicata martedì sia un vero e proprio testamento spirituale: «È l’immagine del suo pensiero, dei suoi sentimenti, della sua sincerità morale e intellettuale. Mentre la scriveva, pensava alle vittime degli abusi. E di fronte a sé, davanti ai suoi occhi, aveva Dio stesso. Vede, un uomo può ingannare le altre persone, ma non si può ingannare Dio». Come ha raccontato in diversi passaggi del suo ultimo libro (“Testimoniare la Verità. Come la Chiesa rinnova il mondo”), l’arcivescovo Gänswein conferma l’essenzialità e la semplicità del pensiero di Papa Ratzinger, pur tra i più grandi teologi della storia cristiana: «il criterio non è il plauso, ma l’intrinseca correttezza, il criterio è il Vangelo stesso».
“BENEDETTO XVI HA RISPOSTO CON DIO NEGLI OCCHI”
Come spiegato dettagliatamente nella lettera inviata alla Chiesa di Germania, chi conosce Ratzinger sa che l’accusa di aver mentito per coprire un prete pedofilo negli anni Ottanta «è assurda. Si deve distinguere tra commettere un errore e mentire», osserva ancora Mons. Georg al “CorSera”. Il segretario particolare che vive con lui dal giorno delle dimissioni nel 2013 spiega perché sia assurdo ritenere Benedetto XVI colpevole delle accuse rimbalzate dalla commissione indipendente di Monaco: «Chi gli è stato vicino sa bene che cosa ha detto e ha fatto Joseph Ratzinger-Benedetto XVI riguardo a tutta la questione della pedofilia. È stato il primo ad agire da cardinale e poi ha continuato la linea di trasparenza da Papa. Già durante il Pontificato di Giovanni Paolo II ha cambiato la mentalità corrente e impostato la linea che papa Francesco sta proseguendo. Questa è la realtà ed è molto diversa da quella che circola in molti mass media». Gli attacchi di queste settimane arrivano dunque da lontano, dalla commistione tra parte del clero tedesco e la pubblica opinione da sempre avversa al Santo Padre Emerito: «C’è una corrente che vuole proprio distruggerne la persona e l’operato. Non ha mai amato la sua persona, la sua teologia, il suo Pontificato. E adesso c’è un’occasione ideale di fare i conti, come la ricerca di una damnatio memoriae. Molti purtroppo si lasciano ingannare da questo attacco vile, c’è tanto fango. Una cosa triste», ribadisce Mons. Gänswein. Al di là dell’errore nella compilazione delle risposte sulla versione di Ratzinger (come abbiamo spiegato in questo focus, ndr), l’arcivescovo e profondo amico del Papa Emerito sottolinea il punto fondamentale dell’intera vicenda sugli abusi in Baviera: «resta il fatto che un errore e una bugia sono due realtà diverse. E la sostanza non cambia. Gli stessi autori del rapporto hanno risposto che non ci sono “prove”. Non possono esserci». Ratzinger, conclude Georg colpito una volta di più dall’enorme e salda fede del Pontefice, spera a questo punto che chi avrà letto la lettera indirizzata alla Diocesi «scoprirà quella sincerità di intelletto e di cuore con la quale è stata scritta, lo sguardo rivolto al Signore».
L’INTERVISTA AL TG1 DI MONS. GÄNSWEIN
Nella serata di mercoledì Mons. Gänswein è stato ospite del Tg1 per raccontare ancor più da vicino i giorni travagliati di Papa Ratzinger, svelando l’invio di una lettera dal Vaticano che è molto piaciuta a Benedetto XVI: «Papa Francesco ha scritto una bellissima lettera che parla da pastore, da confratello, da persona che di nuovo ha espresso la sua piena fiducia e sostegno al Santo Padre». Nel merito delle accuse mosse dalla Germania contro il Papa Emerito, l’arcivescovo spiega ancora una volta come «Chi legge la lettera nel modo sincero in cui è stata scritta la lettera di Ratzinger non può condividere queste accuse». Georg fa capire benissimo quale debba essere la “reazione” ora della commissione tedesca: «Non è chi è accusato che devo provare la propria innocenza, sono chi lo accusa che ora deve mostrare le prove. Ma non ci sono, perché Ratzinger è sincero». Mons. Gänswein conclude ricordando quanto compiuto di profondo in tutti questi anni da Ratzinger per la Chiesa e per le vittime di pedofilia: «In occasione della Via Crucis del 2005 San Giovanni Paolo II aveva chiesto a Ratzinger di scrivere le meditazioni delle stazioni e già lì il futuro Benedetto XVI parlò della “sporcizia interna della Chiesa”. Ha fatto tanto in questo ambito delicato per portare avanti la pulizia interna in maniera adatta».