George Ciupilan, ospite a “Verissimo”, trasmissione di Canale 5 condotta da Silvia Toffanin, ha raccontato la sua infanzia. L’ex concorrente del Grande Fratello Vip ha rivelato: “Sono stato in Romania fino a 8 anni, poi mi sono trasferito in Italia con mia madre. I miei genitori si separarono quando io avevo un anno e ho vissuto con la nonna fino ai 5 anni in un paesino di campagna. Poi è arrivato mio papà Gigi, non in modo piacevole, mi ha preso e mi ha portato da lui. Quei 2-3 anni insieme a lui sono stati impegnativi: stava poco a casa, era spesso in giro e ci sono stati momenti in cui rientrava dopo avere bevuto. Avevo paura di lui”.



In particolare, c’è stato un episodio in cui “ero con mio cugino in cucina: a un certo punto, ero seduto sul tavolo e ricordo che presi una cinquina da lui non tanto carina. Cercavo di metabolizzare, stavo nel mio e andava bene così”. Oggi “ho maturato la convinzione che riallacciare i rapporti con mio padre sia la cosa più giusta, in quanto penso che fare il padre sia un ruolo difficilissimo”.



GEORGE CIUPILAN: “HO FATICATO A INTEGRARMI IN ITALIA”

Quando George Ciupilan aveva 8 anni, arrivò la mamma Marilena a portarlo via di nascosto dal padre: “Prendemmo un van, partimmo. Dopo due ore e mezza avevo le guance super-rosse e le orecchie che bruciavano. Lei mi disse che stavamo andando in Italia. A me andava bene tutto, tanto stavo con mia madre. Non la vedevo da 7 anni! Non dicevo una parola di italiano, ma avevo tanta voglia di impararlo. Mi piaceva la mentalità che c’era in questo Paese, ma integrarmi è stato complicato. I miei compagni non mi invitavano alle feste per le mie origini rumene, poi pian piano sono riuscito a integrarmi con gli altri, a imparare la lingua molto in fretta, anche se pecco ancora e si vede”.



Per ciò che concerne lo spettacolo, George Ciupilan fin da piccolino è stato “interessato al mondo dello spettacolo. Un giorno stavo guardando con mia madre ‘Il Collegio’ e lei mi esortò a provare. Andò bene e arrivò la mia prima esperienza tv cercata. Poi feci ‘La Caserma’, vissuta con una mentalità diversa, perché ero già cresciuto un po’”.