La madre di Federico Aldrovandi commenta il caso di George Floyd, che ha riacceso le ferite di un ricordo incancellabile per una madre che ha perso un figlio in seguito a un controllo di polizia. Patrizia Moretti, madre di Federico Aldrovandi, parla a Rainews.it affermando di avere sentito “le stesse cose che diceva mio figlio Federico: ‘non respiro’ e chiamava la mamma”. Il video della morte di George Floyd a Minneapolis durante un controllo di polizia, a parte la componente razziale legata al colore della pelle, mostra più di qualche analogia con il caso appunto di Federico Aldrovandi, ucciso a 18 anni il 25 settembre del 2005 a Ferrara, a seguito di un controllo di polizia.
I quattro agenti ritenuti responsabili furono condannati per ‘eccesso colposo nell’uso legittimo delle armi’ e nel processo si è parlato anche di morte per ‘asfissia da posizione’. Patrizia Moretti ha visto il video dell’arresto di George Floyd: “Sono sempre terribili, è lo stesso copione che si ripete tante volte”, in questo caso pure con le stesse parole.
“La sensazione di ingiustizia e di sdegno sembra percepita di più quando queste cose accadono lontano dal nostro paese, come se qui da noi non fosse possibile, invece continuano ad accadere”, è l’avvertimento della madre di Federico Aldrovandi.
“GEORGE FLOYD COME FEDERICO ALDROVANDI”: PARLA LA MADRE
Patrizia Moretti reputa le due morti molto simili e ricorda che suo figlio “ha subito un pestaggio di mezz’ora, con un poliziotto che gli stava addosso proprio come nel caso di George Floyd”, per di più a Ferrara, “città conosciuta come tranquilla”. Federico Aldrovandi inoltre, precisa la madre, “non aveva commesso nessun reato, ma se qualcuno si ribella a un sopruso questo può costargli la vita. Ha reagito davanti ai poliziotti, non si è sottratto a loro. Non è vero che Federico fosse drogato in quel momento, sono cose smentite, smontate dallo stesso processo. Quello che accade nel momento in cui una persona diventa così violenta, non lo capirò mai”.
I casi di questo genere sono molti pure in Italia e per contrastare questa violenza “ci vuole adeguata formazione per questi operatori delle forze dell’ordine, selezione e anche controlli psichiatrici per vedere se sono persone adatte a fare quel tipo di lavoro. Bisogna impedire che accada, altrimenti così tutti corriamo pericoli”, è l’accorato appello della madre di Aldrovandi.
La beffa è stato il mancato licenziamento dei responsabili della morte di Federico, sospesi dal servizio solo durante la detenzione o la misura cautelare. “Non si può superare una cosa così, si cerca di andare avanti. Gli ultimi momenti di Federico sono nei miei incubi, tutto questo non potrà mai abbandonarmi. Vado avanti per la mia famiglia, si vive ma è come un rumore di fondo che hai sempre nel cuore”.