Le proteste per la morte di George Floyd non si sono limitate agli Stati Uniti: qui l’uccisione dell’afroamericano di Minneapolis, per mano (volontaria o meno) dell’agente di polizia Derek Chauvin, ha scatenato un’ondata di rivolte che hanno oltrepassato i limiti, passando in qualche caso da manifestazioni pacifiche a vandalismi e furti nei negozi oltre che scene di violenza anche estrema, come dimostra l’uccisione di due poliziotti che, loro pure, avevano la pelle nera. In Inghilterra non si è arrivati a questo: The News Span riporta però la notizia delle manifestazioni di protesta che si sono tenute nella piazza del Parlamento a Londra e anche in altre città come Manchester, Newcastle, Leicester e Sheffield. I dimostranti, molti dei quali con il volto coperto, hanno intonato il nome di George Floyd non prima di essersi inginocchiati con il pugno alzato.
GEORGE FLOYD, PROTESTE ILLEGALI IN UK
Le manifestazioni Black Lives Matter si sono distinte anche per la comparsa di parecchi cartelli che recitavano “c’è un virus più grande del Coronavirus, e si chiama razzismo”; agli eventi hanno partecipato migliaia di persone che non hanno mantenuto le distanze di sicurezza o le norme restrittive ancora in vigore; a questo proposito il Segretario UK Priti Patel ha detto che, pur comprendendo totalmente il desiderio di reagire alla morte di George Floyd e riconoscendo il pieno diritto a manifestare, “nel Regno Unito siamo nel pieno di una pandemia, il Coronavirus è mortale e dunque vorrei dire ai protestanti per favore non fatelo”. A lei si è aggiunta il capo di Scotland Yard Cressida Dick, che ha suggerito ai manifestanti di trovare un altro modo per esprimere il loro punto di vista, un modo che non preveda assembramenti di massa che, appunto, restano illegali in questo periodo di restrizioni.
Il Commissario della Polizia Metropolitana ha affermato di apprezzare la lunghissima storia di persone che esprimono le loro opinioni e reagiscono a certi fatti assembrandosi e mostrando cartelloni nel centro di Londra, ma è anche vero che “radunarsi in massa è non solo illegale ma, probabilmente cosa ancor più importante, in un certo senso pone voi, i vostri cari e altra gente vicina a voi ad un rischio non necessario, considerato che il Coronavirus è mortale e si può diffondere tra la folla”.