La Georgia dall’inzio del conflitto in Ucraina sembra essere divisa a metà tra consensi pro Russia e cittadini che chiedono invece di velocizzare l’ingresso in Europa. Questi ultimi però sembrano ora rappresentare la maggioranza, e la dimostrazione è arrivata anche dalla celebrazione del giorno dell’indipendenza, festività nazionale che si tiene ogni anno il 26 maggio. Migliaia di persone hanno manifestato nelle piazze della capitale Tiblisi con le bandiere dell’Unione Europea per chiedere al governo di staccarsi definitivamente dall’influenza di Putin.
Tutto ciò nel tempo si è ripercosso anche sugli immigrati che dalla Russia sono arrivati in massa per scappare dalla guerra o dalle persecuzioni del governo per i dissidenti, ma non solo, anche perchè per molti profughi la Georgia ha rappresentato una scelta preferenziale vista la facilità di ingresso e regole sui visti poco severe. Non tutti i rifugiati però sono stati accolti in modo positivo, la Cnn ha intervistato uno di loro, Ivan, informatico di 20 anni fuggito da una città della Russia orientale che ha raccontato di episodi di intolleranza e odio, soprattutto da parte di cittadini georgiani che ancora ricordano l’invasione di Putin in Ossezia del sud nel 2008.
Profughi russi in Georgia, crescono episodi di intolleranza
Ivan un rifugiato di 20 anni che ora vive in Georgia, ha raccontato alla Cnn che la vita per chi scappa dalla Russia non è facile. Le proteste alla riapertura dei voli da Mosca, interrotti dal 2019 e ripristinati lo scorso 19 maggio hanno riacceso la polemica. Molti cittadini infatti temono un ulteriore riavvicinamento tra i due paesi, che potrebbe pregiudicare la richiesta della Georgia candidata a ingresso nell’Unione Europea. Il giorno del primo atterraggio ci sono state manifestazioni all’aeroporto, centinaia di persone con cartelli con scritto “Non siete i benvenuti“.
E Ivan afferma che anche nei bar e locali delle città spesso all’ingresso si trovano esposte “avvertenze” nei confronti dei russi, ad esempio “Si viene invitati a firmare una dichiarazione nella quale bisogna confermare di essere contro Putin, altrimenti non ti fanno entrare” dice Ivan. Sono soprattutto i più giovani, ad essere pro-Europa e maggiormente russofobi, e i rifugiati sono spesso costretti a mostrare palesemente posizioni pro Ucraina per essere accettati. La Georgia non vuole perdere un’altra occasione di opportunità per entrare nell’UE, attualmente secondo un sondaggio l’83% della popolazione è a favore, e quindi, prosegue Ivan, “Nessuno vuole correre il rischio di rovinare i progressi con un riavvicinamento alla Russia“.