Ex presidente della Georgia avvelenato con mercurio e arsenico

L’ex presidente filoamericano della Georgia, Mikheil Saakashvili, in carcere, a quanto evidenziano i suoi legali in seguito ad una visita medica indipendente, sarebbe stato avvelenato con dei metalli pesanti. Senza delle cure adeguate, evidenziano ancora i suoi legali, rischierebbe anche la morte in breve tempo. Ad affermarlo è soprattutto il tossicologo americano David Smith, che avrebbe svolto gli esami, rilevando la presenza dei metalli pesanti dell’uomo.



Inoltre, a quanto evidenziano ancora i referti diffusi dai medici che hanno visitato l’ex presidente filoamericano della Georgia, Saakashvili, presenterebbe dei sintomi patologici analoghi a quelli tipicamente riscontrati come “risultato di avvelenamento da metalli pesanti“. Secondo Smith, ci sarebbe “un ragionevole grado di certezza medica” per affermare che gli agenti tossici, mercurio e arsenico soprattutto, sono stati somministrati all’uomo dopo la sua incarcerazione, avvenuta inizialmente nell’ottobre 2021, ma poi interrotta lo scorso anno in seguito ad uno sciopero della fame durante 50 giorni che avrebbe compromesso la salute dell’uomo. Dopo le cure in ospedale, ad inizio 2022 era tornato tra le mura del carcere.



Chi è il filoamericano ex presidente della Georgia e perché è in carcere

Insomma, sembra che i legali dell’ex presidente filoamericano della Georgia, Mikheil Saakashvili, siano preoccupati per la sua salute in seguito ad un avvelenamento da metalli pesanti, che avrebbe presumibilmente subito durante la detenzione. Un secondo medico indipendente, Mariam Jishkariani, in seguito ad una seconda visita all’uomo, è giunto alle stesse conclusioni, sottolineando la presenza di un danno cerebrale e di una neuro intossicazione. Le autorità della Georgia, infine, hanno detto che l’ex presidente starebbe ricevendo tutte le cure necessarie, senza commentare l’intossicazione da metalli pesanti.



Mikheil Saakashvili è l’ex presidente della Georgia, fondatore della principale forza d’opposizione all’interno del piccolo stato di cui è stato presidente dal 2004 al 2013. Nei 2018 è stato accusato di abuso di potere durante gli anni della presidenza, ma in quel periodo si trovava in Ucraina e non sarebbe tornato in patria prima del 2021. Ad ottobre è stato arrestato ed incarcerato dopo un processo in contumacia, con una condanna ad 11 anni reclusione. Lui ha sempre rigettato le accuse, e numerose ong internazionali hanno sottolineato che si trattasse di un arresto esclusivamente politico. In seguito ad una protesta di 50 giorni, con lo sciopero della fame, il filoamericano era stato portato in ospedale e poi, ad inizio 2022, è tornato in carcere.