Torna a mostrarsi pubblicamente l’ex presidente della Georgia, Mikheil Saakashvili. Dopo che lo scorso marzo aveva raccontato di essere in punto di morte, sospettando di essere stato avvelenato per mano russa, ieri ha rivolto il proprio appello pubblicamente, così come si legge sull’agenzia Interfax: “L’ex presidente della Georgia Mikheil Saakashvili, è comparso oggi in tribunale tramite collegamento video per la prima volta dopo una lunga pausa. L’udienza in tribunale riguarda la dispersione di una manifestazione pacifica dell’opposizione il 7 novembre 2007 e l’attacco alla compagnia televisiva Imedi lo stesso giorno”. Viene inoltre specificato che Saakashvili “si è collegato in video dal suo reparto nella clinica Vivamedi, si è proclamato non colpevole delle accuse penali mosse contro di lui”.



L’ex presidente della Georgia si è rivolto così alle telecamere: “Perché una persona totalmente innocente è tenuta dietro le sbarre? Non ho commesso i crimini di cui sono accusato”, aggiungendo che la prigionia “non lo spezzerà” e che anche dietro le sbarre continuerà la sua lotta politica per sostituire l’attuale amministrazione della Georgia: “Intendo partecipare attivamente ai processi politici in Georgia. Sostituiremo definitivamente l’attuale amministrazione e preverremo conflitti civili”.



GEORGIA, EX PRESIDENTE SAAKASHVILI IN VIDEO: “TERRIBILI CONDIZIONI FISICHE…”

Prima di concludere il suo intervento si è detto orgoglioso di essere cittadino ucraino, suggerendo un dibattito pubblico in cui il popolo della Georgia possa esprimere il proprio giudizio. A stretto giro di posta sono giunte le dichiarazioni del presidente ucraino Zelensky, che ha accusato la Russia di “uccidere il cittadino ucraino Mikheil Saakashvili per mano delle autorità georgiane”.

In video Saakashvili è apparso magro ed emaciato, di fatto irriconoscibile. I media ucraini hanno a riguardo sottolineato “le sue terribili condizioni fisiche e quanto peso abbia perso durante la sua permanenza in ospedale”. L’ex presidente della Georgia si trova in carcere a Tblisi da due anni, dal 2021, accusato di “abuso di potere“.