Caos in Georgia, dove centinaia di manifestanti assaltano il Parlamento della regione separatista dell’Abkhazia, sostenuta dalla Russia, nel tentativo di ostacolare la ratifica di un controverso accordo che concede un trattamento preferenziale agli immobiliaristi russi. Video mostrano un camion che sfonda la recinzione dell’edificio, con i manifestanti che iniziano ad arrampicarsi sulle finestre, togliendo le sbarre metalliche di sicurezza. La folla si riversa poi nei corridoi, chiedendo a gran voce le dimissioni del presidente Aslan Bzhania, sostenuto dal Cremlino.
Finora sono stati segnalati almeno 8 feriti, stando a quanto riportato dal Telegraph. Secondo gli oppositori, questa intesa avrebbe escluso gli immobiliaristi locali dal mercato, lasciando strada libera a quelli russi. A causa dei disordini, questo accordo non è stato approvato e l’ufficio del presidente Bzhania ha dichiarato che “sta preparando un documento per ritirare dal Parlamento il progetto di legge sulla ratifica. La decisione è stata presa con l’obiettivo di stabilizzare la situazione nella Repubblica“.
AFFOSSATO L’ACCORDO FILORUSSO
Il presidente, però, aveva precedentemente sostenuto l’accordo che avrebbe abolito il divieto di proprietà straniera di immobili residenziali nella regione, in quanto in Abkhazia non ci sono investimenti internazionali. Il territorio, infatti, è considerato occupato illegalmente dalla maggior parte degli Stati membri dell’ONU. Ancor più esplicitamente, è considerata uno Stato fantoccio russo che dipende finanziariamente da Mosca per il pagamento delle pensioni e degli stipendi del settore pubblico.
Il Cremlino, però, ha sospeso questi finanziamenti a settembre, dopo che i leader locali si sono rifiutati di attuare alcune politiche filorusse. Questo accordo, secondo gli oppositori, avrebbe minato l’ultimo elemento di indipendenza del territorio e consentito ai ricchi georgiani residenti in Russia di superare gli abitanti del luogo nell’acquisto di immobili.
GEORGIA, LE TENSIONI IN ABKHAZIA
La regione separatista riconosciuta internazionalmente come parte della Georgia, è considerata indipendente invece dalla Russia e dai suoi alleati. Si staccò dal dominio georgiano dopo il crollo dell’Unione Sovietica all’inizio degli anni ’90; il territorio è controllato dalle forze e dai procuratori russi dalla guerra del 2008.
Ma a settembre, la Russia ha dichiarato di essere aperta a un compromesso che potrebbe portare all’uscita delle sue truppe e da un’altra regione separatista georgiana, l’Ossezia del Sud.