Adesione della Georgia all’Unione Europea, il processo è attualmente sospeso ed in stallo dopo il deterioramento delle relazioni internazionali dovute ad una serie di provvedimenti presi dal governo georgiani, tra i quali l’ultima legge sugli agenti stranieri, che ha provocato una serie di reazioni negative da parte dei paesi membri Ue. Come ha dichiarato l’ambasciatore Pavel Gerchinsky, definendo il provvedimento come “un passo indietro negativo” che mette in stallo la candidatura: “Se il governo georgiano non cambia rotta, il paese non sarà in grado di avanzare verso dell’Unione europea“.



Oltre alla sospensione, come ha affermato lo stesso diplomatico: “Ci saranno altri provvedimenti“, tra questi alcuni sono già entrati in vigore come “misure puntive“, come il congelamento di fondi che erano stati stanziati dall’Europa per aumentare la sicurezza interna e la difesa, pari a 30 milioni di euro. La Commissione già lo scorso 7 maggio aveva annunciato la revoca dello status che era stato concesso alla Georgia, precisando che il passo indietro era dovuto soprattutto alla luce delle violenze avvenute nell’ambito degli scontri nelle manifestazioni contro il governo, proprio successive all’approvazione della legge sull’influenza straniera.



Georgia, sospesa adesione all’Ue dopo l’approvazione della legge sugli agenti stranieri: “Viola la libertà di informazione”

La legge contro gli agenti stranieri in Georgia prevede che tutte le organizzazioni non governative e media che ricevono più del 20 per cento dei finanziamenti dall’estero, si debbano registrare come “Agenti di influenza straniera“. Questo provvedimento, contestato dai cittadini ma votato dalla maggioranza del governo, è stato considerato dall’Europa come una violazione dei diritti sulla libertà di informazione. Anche perchè molto simile alle misure adottate dal governo russo per limitare la diffusione di notizie da parte di media che non sono considerati “allineati“.



Per questo motivo, e a causa anche dell’atteggiamento repressivo delle autorità nei confronti dei manifestanti che protestavano contro questa imposizione limitante, i Paesi membri dell’Ue hanno deciso di mandare un chiaro segnale e mettere in stallo la candidatura della Georgia all’Unione. Un processo che era iniziato da tempo grazie ad un atteggiamento che in passato era stato considerato più propositivo ed aperto al cambiamento, con posizioni ufficiali del governo più filo-occidentali e in linea con i requisiti richiesti dall’Ue sulla disinformazione, polarizzazione, diritti fondamentali e coinvolgimento della società civile.