CAOS IN GEORGIA: ANCORA PROTESTE E SCONTRI
Continuano le proteste in Georgia contro la sospensione dei negoziati per l’adesione all’Ue decisa dal governo. Nella terza notte consecutiva di manifestazioni, oltre 100 persone sono state arrestate per gli scontri con la polizia. Stando a quanto riportato dall’Associated Press, che ha inviati sul posto, i manifestanti sono stati inseguiti e picchiati dagli agenti della polizia a Tbilisi mentre si radunavano davanti al Parlamento. Inoltre, le forze dell’ordine avrebbero usato la forza e cannoni ad acqua e gas lacrimogeni per respingere i manifestanti lungo la via centrale della capitale georgiana, Rustaveli Avenue.
Le proteste si sono fatte violente: sono state erette barricate, rotte finestre, sono stati esplosi fuochi d’artificio davanti al Parlamento. Si tratta delle proteste più grandi da quando il partito al governo, sempre più anti-occidentale, è stato rieletto il mese scorso in un voto che secondo l’opposizione pro-UE è stato “truccato”.
Durante gli scontri è scoppiato anche un piccolo incendio nell’edificio del Parlamento, forse causato proprio dai fuochi d’artificio. I manifestanti hanno anche bruciato un’effigie del fondatore del partito al governo Bidzina Ivanishvili, ma i media georgiani riportano altre proteste in altre città georgiane.
ZOURABICHVILI SFIDA IL PARLAMENTO: “RESTO PRESIDENTE”
Nel frattempo, il primo ministro Irakli Kobakhidze accusa l’opposizione pro-UE di voler ordire una rivoluzione sulla falsariga della protesta di Maidan in Ucraina di dieci anni fa: “Alcuni vogliono che si ripeta quello scenario, ma non ci sarà nessun Maidan qui“. Il Servizio di Sicurezza georgiano attacca i partiti politici, dichiarando che vogliono “rovesciare il governo con la forza“.
Dal canto suo, la presidente Salome Zourabichvili, che si oppone al governo e sostiene l’adesione all’UE, ha annunciato che non lascerà l’incarico alla scadenza del suo mandato il mese prossimo, in quanto ritiene che il nuovo parlamento è illegittimo e non ha l’autorità per nominare il suo successore.
Il caos è scoppiato dopo i risultati delle elezioni del 26 ottobre, che hanno sancito la vittoria di Sogno georgiano, al potere da 12 anni: le opposizioni e la presidenza hanno raccolto prove di irregolarità, certificate anche dall’Osce, quindi non hanno riconosciuto il voto e hanno chiesto, oltre a un’indagine internazionale, anche nuove elezioni.
USA, BLOCCATA PARTNERSHIP STRATEGICA
Gli Stati Uniti, che hanno condannato l’uso della forza contro i manifestanti durante le proteste, hanno annunciato di aver bloccato la partnership strategica con Tbilisi, che era stata stretta nel 2009. “La decisione dei sogni georgiani di sospendere il processo di adesione all’Unione europea va contro la promessa fatta al popolo georgiano nella sua costituzione di perseguire la piena integrazione nell’Unione europea e nella NATO“, ha scritto il Dipartimento di Stato Usa in un comunicato.
“Sospendendo il processo di adesione all’UE, il Sogno Georgiano ha rifiutato l’opportunità di legami più stretti con l’Europa e ha reso la Georgia più vulnerabile al Cremlino“, prosegue la nota.