Nonostante i trambusti in seno al governo francese, Gérald Darmanin intende “finire il lavoro iniziato” per garantire il buon funzionamento dei Giochi Olimpici che cominceranno tra 200 giorni. Rivolgendosi a Céline Berthon, il nuovo direttore generale della Sicurezza interna (DGSI) che si è insediato questo martedì a Levallois-Perret, Darmanin ha avvertito: “Garantire le Olimpiadi è importante: è il più grande evento globale dell’ultimo secolo sul territorio nazionale”. Messa a capo di una “casa sensibile, strategica e prestigiosa”, secondo le parole del ministro degli Interni, Céline Berthon ha tutte le carte in regola per questo incarico, spiega Le Figaro.
Berthon è stata “scelta personalmente dal Presidente della Repubblica”, ha ricordato Gérald Darmanin. Il commissario di polizia
diventato ispettore generale “incarna il senso del dovere, della rettitudine e del lavoro ben fatto”. Tutte le risorse necessarie saranno stanziate per mobilitarsi per far fronte alla minaccia terroristica definita “estremamente elevata” da Gérald Darmanin, il quale ha ricordato che la Francia ha subito ben 25 attentati dal 2012, che hanno provocato 273 morti e centinaia di feriti. “Nello stesso periodo, 21 attentati sono falliti e 74 piani di attacco sono stati sventati”, ha detto il ministro, ricordando che “il 2023 è stato un anno particolarmente mortale” con l’attentato di Arras del 13 ottobre e quello del ponte Bir-Hakeim, a Parigi.
Francia, la minaccia terroristica preoccupa Darmanin: “Può arrivare anche dall’esterno”
“La minaccia principale è quella dell’islamismo, il cui desiderio è trasformare con la violenza ciò che costituisce il sale della Francia e i suoi valori”, ha ricordato il ministro Darmanin, convinto che “il terrorismo interno, alimentato dal jihadismo
atmosferico, può colpire qualsiasi cosa”. Puntando il dito contro “profili radicalizzati sempre più giovani” e “sempre più
autonomi”, il ministro ha criticato “i discorsi di odio su Internet che mobilitano nuovi profili, al di là del movimento radicale
tradizionale, attraverso il tema della blasfemia e dell’islamofobia largamente sfruttati dagli islamisti”, spiega Le Figaro.
“La minaccia può arrivare anche da persone teleguidate dall’estero, da commando islamici pronti a lasciare le zone di combattimento per organizzarsi e toccare al cuore la Francia” ha aggiunto Darmanin. Il ministro ha ripreso poi le parole del generale de Gaulle, pronunciate settantacinque anni fa: “Il secolo è duro. Non ho mai detto ai francesi: ‘Brava gente, dormi in pace’”. Di fronte a una folla di agenti della DGSI e alti funzionari della sicurezza, il ministro ha aggiunto: “Non lo dirò oltre oggi, perché il disordine è ovunque e il pericolo è in agguato”.