Per Gerard Depardieu sembrava una vicenda chiusa, invece l’inchiesta per stupro archiviata per insufficienza di prove è stata riaperta. La donna che lo accusa dal 2018 non si è data per vinta, anzi si è costituita parte civile affinché la Procura di Parigi riaprisse le indagini e mandasse il dossier ad un giudice istruttore che, solitamente in casi come questi investiga più approfonditamente. Dunque, per l’attore 71enne si profilano nuovi interrogatori per ricostruire cosa accadde nel suo appartamento del 6° Arrondissement di Parigi il 7 e 13 agosto 2018. L’accusatrice, allora 22enne, era una studentessa di danza e pianoforte, figlia di un conoscente di Gerard Depardieu. A lui si era rivolta per avere consigli sulla carriera teatrale. La giovane allieva, che aveva frequentato la scuola d’arte drammatica Cours Florent, era andata due volte a casa dell’attore affinché valutasse le sue capacità. Secondo la sua versione, quelle prove di recitazione si conclusero con un’aggressione sessuale.



GERARD DEPARDIEU E L’ACCUSA DI STUPRO

La giovane attrice raccontò alla gendarmeria di Lambesc, in Provenza, cosa gli sarebbe successo un paio di settimane dopo, su consiglio della madre, preoccupata dai suoi malori. Gerard Depardieu negò tutto quando fu convocato dalla polizia, ma la notizia divenne presto di dominio pubblico, sulla scia del caso Weinstein. Il fascicolo passò da Aix-en-Provence a Parigi per competenza territoriale, ma gli inquirenti dopo nove mesi di indagine non trovarono abbastanza elementi per procedere con un’incriminazione a carico del celebre attore. Ma con la decisione della donna di costituirsi parte lesa, la vicenda ora passa nelle mani di un altro magistrato. Stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, l’avvocato difensore Hervé Temime al momento si trincera dietro un “no comment” in merito agli sviluppi. Ma Sandrine Kiberlain è pronta a scommettere sull’innocenza dell’amico. «Finché non ci sono prove, Gérard resterà per me l’uomo emozionante, brillantissimo, spiritoso e geniale che ho conosciuto», disse ai microfoni di Rtl, pur precisando che se invece dovesse risultare colpevole, sarebbe triste.

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