In Germania, secondo quanto riporta il quotidiano Süddeutsche Zeitung, circa 1 bambino su 7 è a rischio povertà. Si tratta di una situazione che, presto, potrebbe degenerare ulteriormente e che ha portato il governo della cosiddetta coalizione semaforo a varare nuove misure a sostegno della povertà, che passeranno da un generale aumento degli aiuti statali destinati alle famiglie.
La ministra della Famiglia Lisa Paus, in particolare, ha proposto per i bambini a rischio in Germania un assegno di base destinato proprio ai minori, che andrà a riunire diversi aiuti tra cui gli assegni familiari, il supplemento per i bambini ed una parte dell’assegno di cittadinanza. Misure che, in generale, porteranno più soldi nelle tasche delle famiglie, ma che hanno portato subito anche a pesanti critiche da una parte della popolazione in Germania che ritiene che l’unico effetto sarà quello di sprecare denaro pubblico, che verrà poi utilizzato dalle famiglie povere per alcool, sigarette e stupefacenti. Secondo l’economista e vicedirettore dell’Istituto per la ricerca sul mercato del lavoro e l’occupazione, Ulrich Walwei, però, questa visione è scorretta e figlia di stereotipi smentiti dagli stessi dati ufficiali.
Walwei: “Il Germania gli aiuti servono, ma si deve investire anche in formazione”
Insomma, l’idea secondo cui le famiglie povere in Germania sprecano i sussidi, secondo Walwei, è scorretta. “Il denaro”, spiega, “viene impiegato per migliorare l’alloggio, l’istruzione e gli hobby dei figli”, mentre le famiglie che devono combattere con le dipendenze “sono delle eccezioni. Ciò che è chiaro, tuttavia”, specifica, “è che le famiglie di solito investono denaro aggiuntivo, anche in una situazione finanziariamente difficile, principalmente nei loro figli”.
Ma se da un lato gli aiuti sono fondamentali, il governo della Germania secondo l’economista non dovrebbe dimenticare neppure gli investimenti nella formazione. Nel dato sui minori a rischio, infatti, incide anche la percentuale di figli di immigrati, che rende fondamentali “corsi di lingua, corsi di integrazione, opportunità di formazione”. Complessivamente, più denaro liquido e maggiori prestazioni in natura (come gli inventivi al tempo libro e alle attività culturali) sono misure che “possono completarsi a vicenda”. In Germania, infatti, la povertà educativa è piuttosto diffusa, in un sistema in cui i titoli di studio sono fondamentali per avere salari alti e secondo l’economista è necessario intervenire “molto presto, nell’educazione della prima infanzia” perché poi il recupero diventa più difficile, portando alla dispersione scolastica.