Nella giornata di oggi con un video messaggio pubblicato sui suoi canali social e sulle pagine del movimento Diem25 (che guida), l’ex ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis ha annunciato di essere stato bandito dalla Germania, dove era atteso per una conferenza che si sarebbe dovuta tenere a Berlino. Un divieto che si unisce anche a quello identico emesso contro il ricercatore palestinese Salman Abu Sitta e al fermo per un lungo interrogatorio che ha interessato suo nipote, Ghassan Abu Sitta, entrambi attesi in Germania allo stesso modo di Yanis Varoufakis per partecipare alla conferenza.



Prima di arrivare al politico greco, però, è interessante sottolineare che il congresso previsto per queste giornate aveva come soggetto il popolo palestinese e le tutele che si potrebbero prevedere per sostenerli; sarebbe dovuto durare tre giorni ma le autorità tedesche poco prima dell’inizio del primissimo giorno hanno fatto irruzione nella sala per interromperlo (dopo un intervento video di Salman Abu Sitta). Immediata la denuncia social da parte di Yanis Varoufakis, che infrangendo il divieto a partecipare alla vita politica in Germania, ha invitato i tedeschi che lo seguono sui social a chiedersi se quello “è il tipo di democrazia che immaginate”.



La denuncia di Yanis Varoufakis: “Bandito per la mia posizione su Israele e Palestina”

A far scattare il divieto nei confronti dell’ex ministro greco è stato il testo dell’intervento che avrebbe dovuto tenere in Germania (pubblicato sul sito di Diem25) nel quale, spiega Yanis Varoufakis sui social, “chiedo il rispetto dei diritti umani in Israele e Palestina“. Un testo a suo dire del tutto innocuo, ma ritenuto dalle autorità tedesche (unitamente all’intera conferenza palestinese) un possibile stimolo per “potenziali discorsi d’odio“.



La lettera inviata a Yanis Varoufakis, spiega, è stata firmata dal ministro degli Interni in persona, che oltre a “vietarmi l’ingresso” nel paese, impone anche di “non parlavi tramite Zoom o con un video messaggio come questo”, con la minaccia che a fronte di una violazione “che sarò processato in Germania”. Appellandosi ai suoi seguaci, poi, chiede apertamente se “siete a vostro agio con una cosa del genere nella vostra democrazia”, ribadendo che dal conto suo “questa è una campana di morte per la democrazia. Leggete in discorso”, invita in chiusura Yanis Varoufakis, “e ditemi se mi sbaglio”.