Da giorni c’era un’attenzione altissima attorno al cosiddetto governo ‘semaforo’ retto in Germania da Olaf Scholz con i suoi socialdemocratici dell’SPD assieme al supporto dei Verdi di Robert Habeck e ai Liberali dell’FDP guidati da Christian Lindner: i tre leader da mesi sembrano essere alle strette e dopo una serie serrata di incontri concentrati attorno alle discussioni per la prossima Manovra finanziaria sembra che la pressione non abbia retto con Scholz che è arrivato al punto da innescare una vera e propria crisi di governo allontanando dalla ‘sua’ cancelleria il leader liberare che occupava la poltrona di ministro delle Finanze.



Facendo un passetto indietro prima di arrivare al futuro (certo non semplice) che attende la Germania, è importante ricordare che allo stato attuale il Cancelliere e la sua coalizione sembrano aver perso buona parte del terreno che gli aveva permesso – con parecchie difficoltà e mesi di contrattazione post-elettorale – di conquistare il governo: a mettere ulteriore benzina sul fuoco ci avrebbe pensato l’imminente Manovra che piomba nel centro di una contestazione da parte del tribunale federale tedesco che ha annullato (per via del famoso freno al debito) circa 10 miliardi di euro indebolendo pesantemente le possibilità di movimento per la finanziaria.



Proprio in questo contesto e con la ferma esigenza di trovare quei 10 miliardi di mancanti, Scholz aveva convocato già quattro giorni fa i colleghi per una prima trattativa a porte serratissime nel corso della quale SPD e Verdi avrebbero rifiutato categoricamente la pesante stretta proposta da Lindner per far quadrare i conti; ma la frattura – infine – è diventata strappo e dopo tre incontri infruttuosi il cancelliere ha annunciato il licenziamento, accusando l’ex ministro di aver “tradito la mia fiducia in troppe occasioni“.

Crisi nel governo di Scholz: cosa succede adesso in Germania tra l’ipotesi rimpasto e le elezioni anticipate

Nel suo breve discorso di ieri davanti alla Germania il Cancelliere ha accusato Lindner di non aver “mostrato alcuna volontà di rispondere alle proposte per il bene del nostro paese”, ritenendo che abbia agito al solo fine di perseguire una “politica clientelare” volta alla “sopravvivenza a breve termine del suo partito” in una sorta di “egoismo incomprensibile (..) in questi tempi difficili”; mentre dal conto suo l’ex ministro delle finanze ha criticato Scholz per non aver dimostrato di possedere “la forza necessaria per dare al nostro paese un nuovo inizio” chiedendo per l’ennesima volta la sospensione “del freno al debito nella legge di bilancio”.



Il punto di rottura definitivo sarebbe arrivato – secondo i media tedeschi – quando Lindner ha chiesto di andare alle elezioni ad inizio 2025; mentre ad oggi questa sembra essere l’ipotesi più credibile dato che perdendo il supporto dei Liberali il ‘semaforo’ non sarà in grado di mantenere una maggioranza solida utile – ora più che mai – a concludere la finanziaria. Dal conto suo il Cancelliere sembra intenzionato a cercare un qualche supporto dalla CDU di Friedrich Merz (attuale partito maggioritario nell’opposizione) che gli potrebbe permettere di concludere il mandato governativo e a gennaio chiederà il voto di fiducia che – se venisse rifiutato – aprirà le porte alle elezioni anticipate il prossimo marzo.