Nei programmi tv in Germania sembrano comparire sempre più spesso trasmissioni che propongono contenuti “unilaterali” riguardo alla Cina. Ne è seguita un’inchiesta giornalistica pubblicata sulla rivista Zapp, che doveva rispondere alla domanda “Come fa a finire la propaganda al partito comunista cinese sulla tv tedesca?“. Ora il quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung è tornato ad occuparsi della questione, analizzando anche che lo stesso gruppo editoriale, che per primo ha accusato Pechino non sarebbe del tutto esente da influenze cinesi sulle sponsorizzazioni.
Ad esempio, il giornale ha citato una pubblicità palesemente orientata a promuovere il regime apparsa sugli schermi dell’emittente Hamburg 1, guarda caso proprio dopo che al porto della città c’era stata una grande acquisizione di quote di un terminal da parte di una compagnia di trasporti marittimi cinese. I programmi in quel caso erano sponsorizzati proprio dal partito comunista cinese.
Germania, inchiesta su propaganda della Cina in tv
L’inchiesta del Frankfurter Allgemeine Zeitung ha analizzato alcune trasmissioni che vengono riproposte periodicamente in tv in Germania su varie emittenti locali e nazionali. Si è poi scoperto attraverso alcune indagini, con domande ai responsabili dei media che da una distribuzione europea sono stati venduti pacchetti promozionali, presentati come “contenuti turistici e culturali e documentari“, il problema però come hanno sottolineato molti, è che spesso sono una chiara propaganda, a volte, con bandiere del partito comunista che sventolano e la Cina che ha sempre ruoli “eroici” in tutte le narrazioni.
Ad esempio i documentari sul Tibet prodotti da Pechino, nei quali si afferma che “la popolazione vive liberamente” senza toccare l’argomento scottante dei diritti umani. O anche un episodio in particolare di una promozione turistica che si conclude con il primo piano di Xi Jinping davanti alla bandiera del partito comunista che dice “La Cina è la comunità di destino dell’umanità“. Nonostante le varie sollecitazioni dei giornalisti, al momento nessun direttore di tv ha ammesso di avere avuto legami diretti con il governo cinese per questi contenuti.