Olaf Scholz, cancelliere federale della Germania è pronto a rivedere gli storici legami commerciali con la Cina. In occasione del prossimo incontro con i rappresentanti da Pechino, per discutere su numerosi temi tra i quali diritti umani, nucleare, questione Taiwan e rinnovare la richiesta di mediazione di pace con Putin nel conflitto in Ucraina, il governo ha presentato un documento nel quale si ridisegna una sottile linea di confine tra la collaborazione economica e la prevenzione di una totale dipendenza dall’import cinese, per evitare “una supremazia totale“.
Scholz infatti ha sottolineato il fatto che “la Cina è sempre più in posizione di rivalità nei confronti dei paesi europei, pertanto occorre che ogni relazione sia basata sul rispetto delle regole internazionali“, anche se ha aggiunto che “questo non significa che occorre bloccare totalmente il commercio, ma serve più cautela“. Gli analisti internazionali, come evidenziato dal Financial Times, ritengono questa posizione ambiziosa ma anche “ambigua“, proprio perchè in base ai dati la dipendenza di Berlino dagli scambi con la Cina sembrerebbe ancora molto elevata. Le decisioni del cancelliere potrebbero presto spaccare la politica tedesca sulla questione, che però è diventata di primaria importanza per tutta l’UE.
Germania-Cina, Scholz rivede relazioni commerciali per evitare rischi geopolitici
Il documento presentato mercoledì scorso da Olaf Scholz in merito ad una ridefinizione del legame commerciale tra la Germania e la Cina, per la prima aggiunge la questione “sicurezza nazionale” al primo posto rispetto al mantenimento delle relazioni strategiche economiche. Ora infatti lo storico partner viene visto più come un “rivale che tenta di avere la supremazia del mercato“, soprattutto in settori sensibili come quelli dei prodotti ad alta tecnologia.
Bisogna quindi evitare la totale dipendenza. Il cancelliere però sottolinea anche l’importanza storica degli investimenti da parte delle aziende tedesche in Cina, che nel 2022 hanno raggiunto il traguardo record dei 11,5 miliardi di euro. Per questo, pur cercando di ridurre al minimo i rischi geopolitici, bisogna continuare a proteggere questo tipo di attività di vitale importanza. Scholz ha infatti dichiarato che “Non possiamo permettere che le grandi aziende automobilistiche come BMW e Mercedes vadano in bancarotta perchè perdono l’accesso al mercato cinese“.