Taha Al J., militante nell’Isis, in Germania è stato condannato all’ergastolo, secondo quanto riportato da Sputniknews, per aver preso parte al genocidio degli Yazidi, ovvero una minoranza di lingua curda che viene da decenni perseguitata dallo Stato Islamico. Le stime parlano di circa 10 mila persone uccise soltanto in occasione del “massacro del Sinjar“, avvenuto nell’agosto 2014 nel nord dell’Iraq.



Il ventinovenne iracheno, nell’ambito delle persecuzioni portate avanti contro i Yazidi, avrebbe anche causato la morte di una bambina di 5 anni. La piccola, acquistata come schiava insieme alla madre, era stata lasciata perire incatenata, senza acqua, sotto il sole, dopo che per giorni era stata ripetutamente picchiata e nutrita con cibo insufficiente. Alla donna sopravvissuta andranno 50 mila euro di risarcimento. “Questo è il momento che gli yazidi stavano aspettando. Ascoltare finalmente un giudice, dopo sette anni, dichiarare che quello che hanno subito è stato un genocidio. Guardare un uomo affrontare la giustizia per aver ucciso una ragazza yazida”. Lo ha detto l’avvocato di quest’ultima, Amal Clooney.



Germania condanna militante Isis per genocidio Yazidi: è la prima volta nella storia

“Questa è la prima volta che un tribunale (non soltanto in Germania, ndr) condanna i crimini dello Stato Islamico contro gli Yazidi come genocidio”. Lo ha affermato Natia Navrouzov, capo del dipartimento legale dell’ONG Yazda. A ricordarlo è stato anche il presidente dei giudici, Christoph Koller, dopo la decisione. La sentenza del Tribunale di Francoforte nei contfronti di Taha Al J. è dunque entrata nella storia. Un importante passo in avanti per la storia della minoranza curda, che da decenni viene perseguitata dai militanti dell’Isis.



Anche Jennifer W., che nel 2015, quando avvennero i fatti, era la moglie di Taha Al-J., è stata recentemente condannata per il medesimo reato dal Tribunale di Monaco. Avrebbe contribuito alla strage insieme al ventinovenne militante dell’Isis.