La crisi dell’edilizia si aggrava in Germania, arrivando a coinvolgere anche i produttori di materiali da costruzione. Stando ad un’analisi condotta da Frankfurter Allgemeine Zeitung, sempre più fabbriche di tetti e tegole stanno fermando la produzione a causa del calo di ordini. Da mesi non ne ricevono, quindi hanno i magazzini pieni, mentre l’anno scorso tutti i prodotti per i tetti inclinati erano quasi esauriti. Un calo di vendite estremo che si sta registrando da mesi. «Tutti e sei gli stabilimenti di tegole sono fermi, l’ultimo l’abbiamo chiuso a fine luglio», ha dichiarato un portavoce di Creaton. L’austriaca Wienerberger, l’unica grande azienda del settore di medie dimensioni, ha chiuso temporaneamente 8 dei suoi 17 stabilimenti di materiali da costruzione in Germania e ha imposto la riduzione del lavoro per 500 dipendenti. «Stiamo vivendo una situazione di stallo che non avremmo ritenuto possibile solo un anno fa», spiega l’amministratore delegato Jürgen Habenbacher.



L’Associazione Federale dell’Industria Tedesca dei Laterizi e delle Piastrelle stima il calo degli ordini nella prima metà dell’anno tra il 35 e il 50%. Una contrazione particolarmente forte perché l’industria ha registrato vendite record nell’anno precedente, rimarca il direttore generale dell’associazione Attila Gerhäuser. Le aziende stanno attraversando una «situazione molto, molto difficile», spiega a FAZ. La domanda privata da parte dei rivenditori di materiali edili è crollata e le imprese di costruzione lamentano un alto numero di cancellazioni. Un altro problema riguarda l’indennità per lavoro ridotto, poiché viene pagata solo se possono dimostrare che si tratta di un calo ciclico degli ordini e non di una crisi strutturale.



EDILIZIA IN CRISI IN GERMANIA: GOVERNO PROMETTE AIUTI AI PRODUTTORI

Ma i produttori del settore dell’edilizia sono solo una parte di una lunga catena. Quindi, lo stallo non è di buon auspicio per le altre aziende che rientrano in questa catena. Le imprese di costruzione continuano a lavorare sui loro portafogli ordini, ma ne arrivano sempre meno. Dal rapido aumento dei tassi di interesse agli elevati costi di costruzione, passando per l’inflazione e le conseguenze della guerra in Ucraina: sono tanti gli aspetti che agitano i costruttori. A causa della crisi del gas, alcune aziende avevano interrotto la produzione nella primavera del 2022, ma nel complesso il settore se l’è cavata bene grazie ai contratti di fornitura, spesso di lunga durata, e alla successiva frenata del prezzo del gas.



A lungo termine, la conversione dei forni dal gas all’idrogeno resta la questione decisiva. Ma proprio ora che la necessità di investimenti sta crescendo, la produzione vacilla. L’industria edilizia, quindi, volge lo sguardo al ministro federale dell’edilizia Klara Geywitz, che ha annunciato un pacchetto di aiuti per settembre e vuole rimandare il previsto inasprimento degli standard di isolamento. Tuttavia, non è chiaro quale sarà l’aspetto concreto degli aiuti.