Non arrivano buone notizie per l’economia della Germania, nuovi segnali preoccupanti. Come riportato dagli esperti di Finanza Online, il momento negativo di Berlino trova ampie conferme nella lettura finale del Pil del secondo trimestre e nell’indice IFO di agosto. Per quanto conferme l’indicatore del sentiment delle imprese tedesche, questo è sceso dagli 87,4 punti di luglio agli 85,7 attuali.
Per quanto concerne il prodotto interno lordo del secondo trimestre della Germania, nel periodo tra aprile e giugno l’economia è rimasta stagnante, con variazione congiunturale pari allo 0 per cento. Su base annua, invece, da evidenziare un ribasso dello 0,2 per cento. Riflettori accesi sul rallentamento del commercio, che nel corso degli ultimi anni è stato il traino della locomotiva europea.
Germania, economia stagnante e fiducia in calo
Tra i principali segnali di allarme per la Germania c’è sicuramente il peggioramento del comparto manifatturiero e la contrazione nel settore dei servizi. Senza dimenticare i dati dell’industria, che a giugno ha annotato il mese peggiore dell’intero semestre. Secondo quanto riferito dai principali enti internazionali, la Germania dovrebbe essere l’unico grande Paese a subire una contrazione nel 2023. Secondo il Fondo Monetario Internazionale, si parla di una variazione negativa dello 0,3 per cento. Secondo la Bundesbank, inoltre, la stagnazione potrebbe perdurare anche nel terzo trimestre dell’anno. Tra la produzione industriale “probabilmente debole” e la domanda estera “su un trend discendente”, le criticità non mancano. A pesare sono anche i tassi elevati, che stritolano investimenti e costruzioni. Il numero uno della Bundesbank, Joachim Nagel, ai microfoni di Bloomberg ha evidenziato: “Non dovremmo sottovalutare la capacità di adattamento dell’economia tedesca. Stiamo attraversando dei mesi complicati, ma non sono troppo pessimista”.