La crisi della Germania è da ricondurre anche alla Banca centrale europea: non ha dubbi Tobias Piller, corrispondente economico in Italia del Frankfurter Allgemeine Zeitung. “La Germania si trova in una grande discussione sul proprio futuro economico, e gira la parola “deindustrializzazione”. Bisogna mettere le cose in prospettiva”, le sue parole ai microfoni di Libero: “Se mettiamo il Pil di 2007 a 100%, la Germania fino a fine 2022 aveva una crescita reale a 116%; l’Italia stava a circa 97%. Nel 2003 la Germania era veramente il malato d’Europa. Ma da allora, con grandi sacrifici come tagli forti delle prestazioni sociali e abolizione della tredicesima per il servizio pubblico, aveva ripreso a crescere ed ha creato 5,5 milioni di posti di lavoro in più”.
Germania, l’analisi di Tobias Piller
A proposito delle cause della crisi, Piller ha citato l’inflazione ma anche la politica espansiva della Bce, costretta adesso a reagire in modo drastico. E ancora, i disastri dell’immobiliare e dell’automotive. Una riflessione specifica su quest’ultimo punto: “Il mercato dell’auto va verso una crisi, perché la transizione verso l’elettrico non va come programmato. Materie prime e fabbriche di batterie europee mancano ancora. Ci sono prezzi sovvenzionati dalla Cina e sussidi forti per nuove fabbriche negli Stati Uniti. A questo punto, l’industria dell’auto conferma i programmi per investimenti, ma vorrà investire soprattutto all’estero”. Tornando alla Banca centrale europea, Piller ha rimarcato come gli interessi alti siano il prezzo da pagare per la politica eccessiva del passato, l’acquisto per troppo tempo di titoli di Stato e i tassi d’interesse zero troppo a lungo: “Così la Bce ha danneggiato due volte i pensionandi tedeschi. Loro non hanno pensioni alte come in Italia, in media meno del 50% dell’ultimo stipendio dopo 40 anni di contributi. Erano costretti a fare investimenti, per esempio in polizze vita. Ma non rendevano per la politica di interessi zero. Adesso i risparmi e le piccole pensioni aziendali sono svalutati dalla inflazione. Meno male che la destra estrema non ha ancora scoperto questo tema”.