La Germania sembra essere diventata il “malato d’Europa“. L’inflazione, l’indebolimento dei mercati globali e la crisi energetica, che sta colpendo duramente l’industria manifatturiera tedesca, stanno creando una prospettiva negativa per la sua economia. Il problema però non è solo tedesco, perché questa situazione si ripercuote anche sui Paesi che dipendono dalle esportazioni o dagli acquisti dalla Germania. Invece, altri sono alle prese con crisi interne così grandi che non possono neppure preoccuparsi dell’indebolimento della Germania. A fare il punto della situazione è Welt, che parla anche dell’Italia.
“Se l’economia tedesca va male, anche gli italiani se ne accorgono subito“, osserva il giornale tedesco. Anche l’economia italiana, contrariamente alle aspettative, dovrebbe rallentare nel secondo trimestre. Secondo le previsioni Istat, la crescita dello 0,3% prevista si è trasformata in un calo dello 0,1%. Ciò sarebbe dovuto anche alla debole performance dell’economia tedesca, visto che i due Paesi sono strettamente interconnessi. “È interessante che non ci siano articoli dispettosi sul fatto che la Germania non sia più in grado di dettare all’Italia il funzionamento di una buona economia“, fa notare Welt, secondo cui proprio questa è “un’indicazione che la gravità della situazione è arrivata anche al di là delle Alpi“.
FRANCIA PREOCCUPATA, LA SITUAZIONE IN UK
Passiamo alla Francia, presentata per anni come l’allievo modello della Germania. In questi mesi non si sta gongolando per lo scarso sviluppo economico del vicino, anzi i media riportano con sobrietà del declino tedesco, anche se la Francia ha nuovamente registrato una crescita economica dello 0,5% nel secondo trimestre e può legittimamente sperare di chiudere l’anno con una crescita dell’1%. Questa moderazione, secondo Welt, probabilmente risuona col timore che la “locomotiva stanca” possa trascinare con sé la Francia nell’abisso. “Dopo la pandemia, la Germania si è trasformata da un’ancora economica di stabilità in una fonte di preoccupazione all’interno dell’Eurozona“, commenta Christian Fuertjes, esperto economico di HSBC. Moritz Schularick, presidente dell’Istituto di Kiel per l’economia mondiale, in un articolo per Le Monde evidenzia che il declino tedesco è caratterizzato da un “grottesco ritardo nella digitalizzazione“, la mancanza di una “strategia efficace contro la carenza di alloggi, la promozione dell’immigrazione” e in generale la “timorosa adesione a un modello economico superato“.
Non se la passa meglio la Gran Bretagna, dove è stato aumentato il tasso di base per la quattordicesima volta consecutiva, portandolo al 5,25%, il livello più alto dalla crisi finanziaria del 2008. Questo provocherà un’ulteriore impennata dei mutui per l’acquisto di abitazioni. Il problema per i britannici è che hanno a che fare pure con un servizio pubblico in crisi e con l’aumento dei prezzi dei generi alimentari. Tutti motivi per i quali ci si preoccupa poco della Germania. Ma la contrazione dell’economia tedesca potrebbe farsi sentire anche sull’isola. “La Germania è il secondo più importante partner commerciale della Gran Bretagna. Il calo della domanda di beni britannici si ripercuote sull’economia e sfida i produttori britannici a trovare sbocchi altrove“, spiega l’economista Patricia Sanchez Juanino del National Institute of Economic and Social Research di Londra a Welt.
CRISI GERMANIA: LE REAZIONI DI USA E POLONIA
Arriviamo agli Stati Uniti, che ha sempre considerato la Germania il motore economico dell’Europa. Ma commentatori e analisti Usa hanno da tempo sottolineano un altro aspetto, cioè i rischi della dipendenza della Germania dall’energia russa e dal commercio cinese. Per questo la Casa Bianca auspica una rapida ripresa della Germania, considerata un’ancora di stabilità in Europa. Gli Stati Uniti vogliono che i tedeschi svolgano un ruolo finanziario maggiore nella difesa del Vecchio Continente, ma la crisi complica i loro piani. Molti commentatori statunitensi si chiedono perché Berlino non stia invertendo la rotta del suo abbandono del nucleare, combattendo così gli alti prezzi dell’energia e la crisi climatica.
Infine, il Welt si sofferma sulla Polonia, che trova conferma in quanto previsto anni fa. Infatti, più volte i politici polacchi hanno messo in guardia Berlino dal diventare dipendente dalle risorse russe. Non a caso i gasdotti Nord Stream sono stati a lungo il più noto motivo di scontro tra i due Paesi. In Polonia alcuni commentano la situazione tedesca non senza malizia, soprattutto perché Varsavia è digitalizzata fino al midollo, inoltre appare più ordinata e dinamica con i suoi tassi di crescita, i numerosi investimenti stranieri e i prezzi dell’energia più bassi. Eppure, molti sospettano che la debolezza della Germania avrà conseguenze anche per la Polonia. Del resto, la Germania resta il loro partner commerciale più importante.