La legge sull’autodeterminazione entra in vigore oggi in Germania, quindi ora cambiare genere sarà più facile, perché basta solo una dichiarazione all’anagrafe, poi bisogna aspettare tre mesi per ufficializzare il cambio di nome e sesso, potendo scegliere tra femminile, maschile, vari o “nessuna menzione del genere“.
Quindi, non sono più necessarie le relazioni psichiatriche e le udienze in tribunale, come accadeva prima. Nello specifico, prima servivano due valutazioni psicologiche autopagate, esami medici e un’ordinanza del tribunale.
CAMBIO DI GENERE, COSA SUCCEDE IN GERMANIA
La svolta riguarda le persone maggiorenni, mentre per i minori di 14 anni la dichiarazione spetta ai genitori: il minore deve dare il suo consenso e presentarsi personalmente all’ufficio anagrafe per la richiesta, che ha un costo di circa 30 euro (a seconda dell’ufficio anagrafe). Invece, chi ha almeno 14 anni può fare la dichiarazione da solo, ma col consenso di chi ne ha la custodia. Se non dovesse esserci, allora interviene il tribunale della famiglia, che applica lo standard del miglior interesse del minore, cioè esamina cosa sarebbe meglio per la persona, cosa soffrirebbe di più o di meno.
Una volta presentata la domanda di cambio di sesso e di nome, non è più possibile presentarne altre per almeno dodici mesi. Le pre-iscrizioni sono cominciate dall’1 agosto e, stando a quanto riportato dalla rivista tedesca Der Spiegel, hanno già presentato domanda circa 15mila persone, ma per il Ministero della Famiglia ci saranno 4mila domande l’anno.
LEGGE SULL’AUTODETERMINAZIONE, LE REAZIONI
Per Nike Slawik, uno dei due deputati transgender del Bundestag, si tratta di una “giornata storica” per la Germania “per il riconoscimento della diversità sessuale e per il riconoscimento dei diritti umani e delle persone transgender e non binarie“. Ai microfoni di DW ha aggiunto: “Credo che questo sia un segno di speranza in tempi in cui le voci populiste di destra sono tornate a farsi sentire, dove purtroppo in molti Paesi si registrano battute d’arresto anche per quanto riguarda i diritti delle persone queer“.
Della stessa idea è Lisa Paus, ministra della Famiglia, secondo cui i diritti della comunità LGBT+ saranno ora “notevolmente rafforzati“. La legge sull’autodeterminazione non riguarda affatto le misure mediche, cioè il cambio di sesso ormonale o chirurgico, ma solo la registrazione all’anagrafe. Comunque, non sono escluse ulteriori azioni legali contro la legge.