LA GERMANIA CEDE AGLI ALLEATI: “OK CARRI ARMATI IN UCRAINA”

La Germania alla fine cede agli alleati della Nato e accetta l’invio di carri armati tedeschi in Ucraina: la notizia clamorosa viene data in anteprima oggi dalla Dpa, citando fondi vicine al Bundestag, ma il vero annuncio sarà fatto dal Cancelliere Olaf Scholz durante il vertice di Ramstein (in corso oggi nella base aerea Usa in Germania).



Davanti ai vertici militari dei 44 Paesi alleati dell’Ucraina, convocati dagli Stati Uniti di Joe Biden, Scholz torna sui suoi passi e dopo i tentennamenti degli scorsi giorni sull’invio di armi pesanti tedesche a Kiev ora accetta il sostegno al Governo Zelensky. «Il governo tedesco autorizzerà l’invio di carri armati all’Ucraina», si legge nel dispaccio in arrivo dalla Germania, un decido dietrofront alle perplessità manifestate dallo stesso Scholz davanti a consessi internazionali di Nato e G7. «Troppo sofisticate e tecnologiche», le aveva definite così le armi tedesche il Cancelliere Spd, anche se il vero nodo della questione era rappresentato dal dubbio tedesco di muovere passi decisi contro la Russia da cui dipende ancora moltissimo in termini di energia.



L’ANNUNCIO DI SCHOLZ AL VERTICE DI RAMSTEIN: “ADDESTREREMO SOLDATI UCRAINA”

Le critiche internazionali dalla Nato e dalla stessa Ucraina e un possibile cambio di passo in termini geopolitici (ha avuto rassicurazioni sul fronte economico?) hanno infine convinto Scholz a cedere: criticato aspramente per non aver mandato armi più pesanti all’Ucraina finora, ora il piano di Berlino vedrebbe il progetto Krauss-Maffei Wegmann per l’invio dei tank antiaerei Gepard all’esercito di Kiev.

Secondo quanto poi spiegato dalla Ministra della Difesa Christine Lambrecht davanti agli alleati a Ramstein, «Stiamo lavorando assieme ai nostri amici americani all’addestramento dei militari ucraini nell’uso di sistemi di artiglieria sul suolo tedesco. Sappiamo tutti che in questo conflitto l’artiglieria è un fattore essenziale». Il perché del dietrofront ancora non è stato reso noto, anche se la stessa Ministra tedesca ha sottolineato come «Le azioni del presidente Vladimir Putin in Ucraina hanno fatto sì che la Russia si sia congedata dalla cerchia delle nazioni civili». Il possibile prodromo alla terza guerra mondiale – come denunciato oggi tanto dalla Russia quanto dall’Ucraina – è sempre più ipotizzabile, oltre che inquietante: in risposta all’aiuto tedesco, il capo del Pentagono Usa Lloyd Austin ha rilanciato dalla base aerea «Oggi siamo qui riuniti per aiutare l’Ucraina a vincere la battaglia contro la Russia. La battaglia di Kiev entrerà nei libri di storia. Ma ora la situazione sul campo è cambiata, con l’offensiva nel sud e nel Donbass, e dobbiamo capire di cosa ha bisogno l’Ucraina per combattere».