Ci sono voluti cinque mesi in Germania per approvare la legge di Bilancio 2024. In Italia sarebbe scoppiato il caos in una situazione simile, infatti a novembre si parlava del rischio dell’esercizio provvisorio, poi a dicembre la legge era in Gazzetta Ufficiale. I problemi in Germania sono sorti con la sentenza della Corte Costituzionale che ha rivelato un trucchetto contabile del governo tedesco: voleva usare i fondi aggiuntivi rispetto al bilancio federale, i cosiddetti fondi speciali precedenti stanziati per l’emergenza Covid, per finanziare progetti contro il cambiamento climatico. Quindi, il governo ha dovuto riscrivere il bilancio, tagliando molte voci di spesa. Il compromesso è stato raggiunto in questi giorni a colpi di tagli ai sussidi e recupero di fondi tra le pieghe del bilancio, così la regola del “freno” al deficit è stata rispettata a livello formale.
In questa situazione di stallo a farne le spese è stato il consenso elettorale della coalizione, mentre il partito di destra AfD ha consolidato il secondo posto. Di fatto, dopo la sentenza della Corte Costituzionale, i fondi da 869 miliardi sono diventati 260. I fondi fuori bilancio rappresentavano un escamotage contabile per rispettare formalmente il “freno”, senza intaccare gli stimoli all’economia. Ma essendo saltato il banco a novembre con la sentenza della Corte, i rischi ora riguardano, secondo La Verità, il 2025, quando la Germania dovrà trovare altri 20 miliardi, secondo i calcoli di Bloomberg.
GERMANIA, I TIMORI SUL DEFICIT MILIARDARIO
La vicenda tedesca solleva dubbi sull’affidabilità dei dati che Eurostat prende in considerazione per verificare il rispetto dei parametri del Patto di stabilità e crescita. Usando fondi fuori bilancio, la Germania ha aggirato il limite del “freno” e costretto il Bundestag a votare un bilancio formalmente in linea. Ma i 477 miliardi di spesa del bilancio previsti per quest’anno rappresentano solo un terzo della spesa complessiva che, invece, tiene conto anche degli Stati federati (Länder) e dei tre livelli amministrativi sottostanti. Questa complessità di livelli di spesa e fondi speciali ha riflessi a livello europeo. Fino a che punto Eurostat può discernere ciò che rientra nel deficit e nel debito ai fini dei parametri di Maastricht e cosa ne è escluso? I numeri sono enormi. Infatti, incrociando i dati Eurostat con quelli del ministero delle Finanze tedesco, si evince che al 30 settembre scorso il debito pubblico totale della Germania era pari a 2.631 miliardi, invece il debito pubblico federale ammontava a 1.643 miliardi, di cui 202 miliardi sono i fondi speciali già inseriti nel debito.
Quindi, nel mezzo ci sono circa 1.000 miliardi che fanno ben sperare che le regole contabili europee riescano a «catturare» tutto ciò che avviene a livello dei 16 singoli Stati federali e nell’enorme macchina amministrativa tedesca a livello federale, regionale e locale. Infatti, Eurostat a fine 2022 ha registrato un debito di 790 miliardi circa a carico dei Länder e degli altri livelli amministrativi inferiori. Ma chi garantisce che Eurostat non abbia valutato correttamente gli effetti contabili di tutte le leggi di spesa tedesca? Se lo chiede La Verità, spiegando che non sarebbe la prima volta, visto che nel 2010 un membro di Eurostat fu insediato nel board dell’istituto di statistica greco per fare chiarezza nei conti truccati, mentre nel 2014 il presidente dell’Ifo, Hans-Werner Sinn, accusò Eurostat di manipolare le cifre delle finanze pubbliche della Grecia.