L’ideologia gender preoccupa il parlamento tedesco
L’ideologia gender e tutte le varie teorie ad essa associate sono finite, recentemente, al centro delle discussioni del Parlamento in Germania. Alcuni dei deputati del gruppo di estrema destra Alternative für Deutschland (Afd), infatti, hanno presentato nei giorni scorsi una mozione al fine di stimolare una discussione che si concentrasse, tra le altre cose, anche e soprattutto sui farmaci bloccanti della pubertà, utilizzati nel trattamento della disforia di genere.
In generale, comunque, lo scopo della mozione e della discussione è quello di “scongiurare i pericoli dell’ideologia gender in ambito culturale, scientifico e dell’istruzione“. Dietro alle teorie sul gender, sottolinea il documento redatto dall’Adf dal quale è partita la discussione in Parlamento non ci sarebbe “alcun fondamento scientifico, ma ci sono sicuramente vantaggi politici”. Le maggiori contestazioni sull’ideologia gender sono inerenti alla “dittatura del linguaggio e [alla] sessualizzazione precoce dei bambini”, che secondo l’Adf sono spettri “dell’antico obiettivo di rieducazione marxista: l’attacco alla famiglia tradizionale, elemento elementare della società civile”.
L’Adf contro i bloccanti della pubertà
Nel parlare dell’ideologia gender, sottolinea ancora l’Adf, “la salute fisica e mentale dei bambini e dei giovani deve essere al centro delle preoccupazioni”, ma fino ad ora le leggi sull’autodeterminazione “si occupano solo degli aspetti del diritto di stato civile ed escludono l’aspetto medico e quindi le norme sulle misure mediche di affermazione del genere”. In tutto questo, oggetto di particolare preoccupazione per l’Adf sono i farmaci bloccanti della pubertà.
Seguendo l’ideologia gender, quel tipo di farmaco è fondamentale per permettere ai bambini in età prepuberale di vedere sviluppare il loro corpo secondo quello che avvertono, bloccando i mutamenti fisici ed ormonali tipici dell’adolescenza. Farmaci che, tuttavia, secondo l’Adf sono associati ad un aumento del “rischio di infarti, ictus e trombosi“, mentre non si può escludere neppure che “possano portare a un danno duraturo dello sviluppo psicosessuale e psicosociale-congnitivo“. Insomma, il documento discusso su volontà dell’Adf mira a mettere in guardia il Parlamento dai possibili rischi legali all’ideologia gender e, soprattutto, all’uso incontrollato e poco regolamentato di bloccanti della pubertà.