Un settore in cui la Germania si crede all’avanguardia è quello dei rifiuti e della raccolta differenziata. Questo però non corrisponderebbe a realtà. Infatti i dati parlano di una produzione di rifiuti urbani, quindi rifiuti provenienti da abitazioni private o strutture comparabili come studi medici o cinema, pari a 800.000 tonnellate all’anno. In pratica in media ogni residente in Germania causa 646 chilogrammi di rifiuti urbani, significativamente più della media dell’UE pari a circa 530 chilogrammi.



Secondo l’Agenzia federale per l’ambiente tutta la spazzatura finisce nel contenitore dei rifiuti organici e lì viene completamente riciclato con una separazione pulita. In realtà però neppure un terzo dei rifiuti depositati nel contenitore dei rifiuti differenziati è effettivamente lì. Senza contare che gran parte dei contenitori contengono fino al 40% di rifiuti non corretti. Questo significa che senza una buona raccolta differenziata dei rifiuti non può esserci un buon sistema di riciclaggio.



IL CONFRONTO CON I PAESI ESEMPLARI NELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA

Nel confronto con altri paesi sicuramente appare tra i più virtuosi il Giappone. A seconda della città le regole sono diverse, ma tutte mirate a garantire una corretta raccolta differenziata. In generale il Giappone infatti divide i rifiuti in diverse categorie, tra cui carta, vetro, alluminio, plastica, secco, vestiti usati e altro. Spesso gli edifici in Giappone hanno una stanza dedicata al deposito rifiuti, ma nel caso ne fossero sprovvisti, la spazzatura andrà buttata in specifiche aree designate, delimitate da reti con colori diversi. Sono poi stabiliti specifici giorni della settimana in cui verrà effettuato il ritiro dei rifiuto a seconda della categoria. Apparentemente quindi il Giappone sembrerebbe avere una gestione dei rifiuti esemplare. Molti rifiuti vengono però fatti rientrare nella categoria ‘infiammabili’, con l’86% che viene riciclato e l’8% bruciato o inviato in discarica perché non può più essere utilizzato. Senza contare che più della metà di loro vengono bruciati per generare energia.



Diverso è il sistema in Slovacchia. Ogni famiglia riceve adesivi con codici QR che possono essere posizionati su qualsiasi sacco della spazzatura. Allo stesso tempo ogni container del villaggio ha il suo chip elettronico che scansiona questi codici QR monitorando la raccolta dei rifiuti dei cittadini. In cambio di una corretta gestione dei rifiuti, diminuiranno le tasse per la spazzatura a seconda di quanto è buona la separazione domestica.

GESTIONE RIFIUTI: IL CASO ITALIANO

In Italia il 79,4 per cento dei rifiuti viene riciclato. Ciò pone il Paese in vantaggio di 30 punti percentuali superiore alla media UE. L’industria italiana si distingue per l’uso efficiente delle materie prime: nella produzione dei beni, la metà delle materie prime utilizzate provengono dal riciclo. Gli italiani devono il loro vantaggio non tanto in una spiccata consapevolezza ambientale, ma nella pressione innovativa dell’economia di mercato.

Nonostante ciò per essere davvero competitivi, a causa della mancanza di riserve di materie prime e dei costi energetici tradizionalmente elevati, le aziende si sono formate su questo tema. Oltre al fatto che anche in Italia avanza poi sempre più l’economia circolare. Pensiamo ad esempio al processo di riciclo brevettato utilizzato per smaltire i pannolini usati.

ALCUNI PAESI SONO Più BRAVI DI ALTRI: PERCHÉ?

Secondo l’Agenzia europea dell’ambiente (Aea), i Paesi che ottengono risultati migliori in termini di riciclo hanno messo in atto una gamma più ampia di misure rispetto a quelli con tassi inferiori. Tra queste troviamo i divieti di conferimento in discarica dei rifiuti biodegradabili o dei rifiuti urbani non pretrattati e la raccolta differenziata obbligatoria dei rifiuti urbani, in particolare di quelli organici. I Paesi più virtuosi dispongono anche di strumenti economici come le tasse sulle discariche e sull’incenerimento e tariffe per la raccolta dei rifiuti che incoraggiano fortemente il riciclo.

L’Aea ha inoltre riscontrato che la maggiore consapevolezza ambientale a livello nazionale ha contribuito ad aumentare i tassi di riciclo. Oltre all’introduzione di una efficace legislazione nazionale sulla gestione dei rifiuti. Belgio e Gran Bretagna allo stato attuale sembrano fornire i risultati migliori.