La Germania si trova in questo periodo ad affrontare un particolare paradosso che riguarda il business energetico, specialmente per quanto riguarda le fonti green. L’origine del paradosso, infatti, è nel tentativo, tanto tedesco quanto di altri paesi europei, di diversificare le sue fonti energetiche, puntando ad un’ottica sempre più sostenibile dal punto di vista ambientale, che tuttavia presenta degli importanti limiti.



Nelle giornate in cui la Germania non può contare su condizioni meteo favorevoli, infatti, la produzione di energia green scarseggia, costringendo il paese a puntare sulle fonti tradizionali. Tuttavia, nei giorni in cui il meteo è particolarmente favorevole la produzione schizza alle stelle, perché le centrali non green non possono essere spente o limitate senza affrontare costi eccessivamente alti. Così, nei giorni in cui c’è particolarmente tanto vento o sole, la Germania si trova costretta ad esportare la sua energia green ai paesi vicini. La cessione di energia, tuttavia, viene fatta spesso a titolo gratuito, se non oneroso per il governo tedesco che per immagazzinare la sua energia all’estero paga una quota al paese ricevente, oltre a pagarne il trasporto. Tornando, poi, alle giornate con meteo sfavorevole, il governo tedesco che scarseggia di produzione energetica, riacquista a prezzi ampiamente maggiorati quella stessa energia che era stata regalata.



Il paradosso energetico della Germania: il commento degli esperti

Secondo la direttrice del Centro Ifo per l’energia, Karen Pittel, il pagamento che la Germania affronta per immagazzinare l’energia all’estero “potrebbe essere visto come una tassa di stoccaggio”. Secondo Mathias Mier, collega di Pittel, invece, la ragione di questo paradosso non è da ricercare “nell’inflessibilità delle fonti rinnovabili, ma in quella delle fonti convenzionali”, sottolineando comunque che “il commercio di energia è un profitto”.

Tuttavia, secondo gli esperti la Germania alla stato attuale importa più energia di quella che esporta, con l’esito di invalidare la visione in profitto del business. Secondo Manuel Frondel, direttore del Leibniz Institute for Economic Research RWI di Essen, le compagnia energetiche tedesche dovrebbero iniziare a lavorare su impianti di stoccaggio, al fine di conservare internamente, senza costi a lungo termine, quegli eccessi di energia. Dovrebbe, a suo dire, essere lo stesso governo della Germania a prevedere una sorta di obbligo in tal senso, anche se “questo rallenterà l’espansione dell’energia green, ma eviterebbe l’allocazione errata”.