La Germania ha comunicato che riattiverà le centrali a carbone che erano state messe fuori servizio, in vista del prossimo inverno. Come si legge sul sito di Bloomberg, i tedeschi hanno deciso di riattivarle in quanto gli stessi temono di rimanere senza elettricità quando la domanda dovesse raggiungere il picco. L’approvazione è arrivata nella giornata di ieri, mercoledì 3 ottobre 2023, con il governo che ha dato il suo lasciapassare ad un ordine che permette di riattivare le unità appartenenti a RWE AG e LEAG, così come fatto sapere attraverso un comunicato del ministero dell’Economia. Si tratta di una mossa che dovrebbe permettere di risparmiare gas e nel contempo prevenire le carenze di approvvigionamento in vista del prossimo inverno e dell’accensione del riscaldamento, così come comunica il governo Scholz.



La decisione della Germania di riattivare le centrali a carbone giunge dopo la crisi energetica dello scorso anno, che aveva già visto Berlino ricorrere alla combustione fossile per produrre elettricità. Una decisione derivante ovviamente dalla guerra in Ucraina e dal taglio di gas da parte della Russia verso l’Unione Europea. Tenendo conto che in Germania stanno eliminando gradualmente gli ultimi reattori nucleari rimasti, è necessario quindi pensare ad una sorta di Piano B, evitando di rimanere senza corrente.



GERMANIA RIATTIVA LE CENTRALI A CARBONE, GLI AMBIENTALISTI GIÀ SUL PIEDE DI GUERRA MA…

Ovviamente si tratta di una situazione che non farà felice gli ambientalisti, alla luce del fatto che le centrali a carbone sono solite emettere grandi quantità di anidride carbonica, in un periodo così delicato come quello che stiamo vivendo a causa dei repentini cambiamenti climatici.

Nel dettaglio verranno riattivati due blocchi dell’impianto di Niederaußem di RWE, precisamente i blocchi E ed F, nonché il blocco C dell’impianto di Neurath. Per quanto riguarda l’est del Paese, invece, LEAG rimetterà in funzione i blocchi E ed F del suo impianto di lignite a Jaenschwalde. Le centrali verranno riattivate fino al prossimo marzo 2024 dopo essere state messe in stand by a luglio.