La Germania della crisi economica sembra trovarsi vicina a fare i conti anche con una crisi immobiliare che ben presto potrebbe diventare drammatica. Infatti, nella giornata di ieri il colosso degli immobili austriaco Signa, di proprietà del magnate René Benko, ha presentato istanza di fallimento. Fin qui non sembra essere nulla di particolarmente drammatico, tuttavia è anche vero che quel fallimento potrebbe dare il via a tutta un’altra serie di fallimenti, che finiranno per colpire anche il sistema bancario, aprendo le porte ad una crisi simile a quella del 2008/09, e secondo il quotidiano La Verità potrebbe anche spiegare il pressing della Germania sull’Italia per la riforma del Mes.
La Germania, la crisi immobiliare e il fallimento di Signa
Insomma, per la Germania le cose potrebbero mettersi veramente male, soprattutto se alla crisi economica si aggiungesse anche quella immobiliare prospettata dal fallimento di Signa. Prima del fallimento, l’azienda aveva avviato il cantiere per l’Elbtower ad Amburgo, mentre le attività del gruppo valevano 27 miliardi, comprendendo anche la catena di grandi magazzini londinesi Selfridges, il Chrysler building di New York e il Kadawe di Berlino, ma anche numerose altre catene di grandi magazzini.
Oltre all’importanza della Signa, il fallimento potrebbe aprire ad una feroce crisi bancaria in Germania e in tutta Europa. Secondo un’alisi della Verità, per esempio, la banca svizzera Julius Baer è esposta con il gruppo di Benko per circa 600 milioni di euro, che costituiscono il 40% del portafoglio crediti più rischioso dell’istituto bancario. Similmente, anche Unicredit e la banca austriaca Raffeisen bank international sono ampiamente esposte, con capitali per ad un totale di 1,5 miliardi di euro, dei quali 755 milioni per l’austriaca. Se il fallimento della Signa avrà effetti sulle banche in Germania è ancora presto per dirlo, anche perché nel frattempo si potrebbe attivare il cappotto del Mes, che attraverso il Fondo per la gestione delle crisi bancarie (Srf) sventerà la peggiore delle conseguenze.