Seconda ondata di coronavirus in Germania? Sale la tensione per i focolai nei mattatoi, mentre prende quota l’ipotesi di un nuovo lockdown. L’epidemia si sta allargando di ora in ora in Nordreno-Vestfalia, non a caso si parla già di “disastro della Tonnies”. Nel più grande mattatoio d’Europa, a Guetersloh, sono saliti a 1.330 i contagiati da Covid-19. Ma sono numeri che sembrano destinati ad aumentare, perché mancano ancora gli esiti di circa 2mila tamponi. L’Istituto Robert Koch intanto ha messo nero su bianco l’allarme: si è registrato un nuovo balzo per l’indice R0 che è passato da 1,79 a 2,88. Ma questo valore si basa su una media di quattro giorni. L’impianto comunque è chiuso dall’inizio della settimana, e così scuole e nidi dell’intera circoscrizione, mentre dipendenti e management si trovano in quarantena stretta. Inoltre, è stata creata una sorta di zona rossa, visto che molte famiglie vivono in un’area non lontana dalla fabbrica. E pure l’esercito federale, la Bundeswehr, è stata mobilitata. La situazione infatti è molto tesa.
CORONAVIRUS GERMANIA, ALLARME SECONDA ONDATA PER FOCOLAI MATTATOI
In Germania ora si temono disordini e proteste sociali in casi di chiusure e misure restrittive. Lo scenario non è affatto escluso. Non a caso Armin Laschet, ministro-presidente del Land, ha visitato Getersloh per incontrare il comitato d’emergenza e valutare personalmente la gravità della situazione. Proprio Laschet, uno dei tre candidati alla guida del Cdu per la successione di Angela Merkel, ha messo in guardia dal rischio di una nuova ondata della pandemia di coronavirus. E non ha escluso di ripristinare il lockdown all’interno dell’intero Stato federale. Per ora il ministro della Sanità del Nordreno-Vestfalia ha disposto test obbligatori per il settore della lavorazione delle carni, che coinvolge circa 20mila addetti e viene considerato particolarmente a rischio. Secondo Clemens Tonnis, capo dell’azienda e noto per essere proprietario del club calcistico Schalke 04, la causa del contagio sarebbero le centinaia di lavoratori stranieri. Ma in realtà il problema è la condizione di lavoro, oltre che di vita, di questi lavoratori. Ma di questo non fa menzione.